Giosuè Rizzi aveva 60 anni e, dopo aver trascorso gran parte della sua vita come detenuto (era stato in carcere complessivamente per 38 anni), era stato rimesso in libertà nel novembre del 2010. Tra l’altro, era stato condannato all’ergastolo per la strage nel circolo Bacardi, compiuta il primo maggio dell’86 a Foggia, nel corso della quale erano state ammazzate quattro persone, ma poi la pena era stata ridotta a 29 anni dalla Corte d’Assise di Bari.

Era stato soprannominato ”il papa di Foggia” dal presunto killer pugliese al soldo di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta, Salvatore Annacondia, il quale tributò a Giosuè Rizzi, considerato il boss della ”Società”, la mafia foggiana, una deferenza assoluta. L’auto di Rizzi, secondo quanto accertato dagli uomini della squadra mobile della questura di Foggia, era ferma ad un semaforo nei pressi dell’Istituto Commerciale ‘B. Pascal’, quando sarebbe stata affiancata presumibilmente da una moto: uno dei killer ha fatto fuoco con una pistola calibro 9×21, uccidendo sul colpo Rizzi e ferendo la persona che si trovava accanto a lui e ora ricoverata in ospedale. Sul luogo dell’omicidio sono giunti anche il medico legale per la prima ispezione cadaverica e il magistrato di turno, il pm Luciana Silvestris.

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