Fiat vuole avere un ruolo attivo nell’inevitabile consolidamento dell’industria automobilistica europea. Ed e’ ancora interessata a un partner per la condivisione dei costi sulle auto piccole in Europa, nei segmenti A e B. L’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, in un’intervista al Financial Times, spiega che ”piccolo non e’ bello nell’industria dell’auto, soprattutto se si e’ in un mercato di massa”.

E cita tre case automobilistiche europee: Peugeot, Renault e la stessa Fiat che, senza Chrysler, ”sarebbe stata una vittima del consolidamento”. Ma la strada verso un risnamento dell’industria – ammette – non e’ facile: in Europa esistono ancora barriere alle fusioni fra case automobilistiche, perche’ sono politicamente difficili da accettare. ”Non riusciamo a portare in Europa il coraggio” che c’e’ voluto negli Stati Unti per ristrutturare l’industria. Nei giorni scorsi erano trapelate indiscrezioni su una possibile alleanza fra il Lingotto e Peugeot, sulle quali Marchionne si limita a dire: ”Abbiamo un’ottima relazione”.

Secondo alcuni analisti, un’unione con Peugeot sarebbe adatta a Fiat, ma sarebbe difficile da spiegare in quanto comporterebbe la chiusura di impianti in Italia e in Francia. ”Non chiudo la porta a nessuno”, ha detto Marchionne nelle ultime ore a chi gli chiedeva anche se la partita con Opel fosse completamente chiusa. General Motors – riporta la Reuters citando alcune fonti – avrebbe avviato negoziazioni con il sindacato tedesco per una ristrutturazione di Opel, che le consentirebbe di evitare la bancarotta. L’accordo che si starebbe delineando prevede il trasferimento di parte della produzione della Chevrolet dalla Corea del Sud all’Europa in cambio della possibilita’ di tagliare i costi. Fiat aveva espresso interesse in Opel nel 2009, ma le negoziazioni erano naufragate anche in seguito alla contrarieta’ di Gm di includere le attivita’ in America Latina nell’accordo. ”La quota di mercato di Fiat e Opel allora sarebbe stata – aggiunge Marchionne – solo marginalmente inferiore a quella di Volkswagen in Europa. Avrebbe creato una convergenza di architertture, piattaforme e motori che ci avrebbe consentito di affontare in modo efficace il mercato europeo”.

La cronica sovracapacita’ e il crescente ammontare delle perdite rendono inevitabile il consolidamento dell’industria automobilistica in Europa, evidenzia Marchionne, secondo il quale il mercato europeo restera’ piatto fino al 2014. Le pressione di governi e di sindacati hanno finora impedito alle case automobilistiche di chiudere impianti in Europa, in contrasto con quanto accaduto in Nord America, dove l’industria ha tagliato drasticamente la capacita’ di produzione nel 2007-2009. Gli amministratori delegati di alcune delle maggiori case automobilistiche americane ed europee hanno discusso la crisi europea nel corso di una cena privata lunedi’ scorso. Fiat – spiega Marchionne – si e’ preparata a ogni eventualita’ per l’area euro. Gm e Fiat – evidenzia ancora – sono le uniche case automobilistiche ad aver chiuso impianti in Europa, in Belgio e in Italia. In Francia – aggiunge – non si e’ vista una cosa del genere. La sovracapacita’ ha spinto le case automobilistiche europee a una guerra di tagli e di prezzi per cercare di mantenere quote di mercato.

”Mi auguro sinceramente che i miei colleghi siano abbastanza onesti ad ammettere che la politica dei prezzi in Europa non e’ sostenibile nel medio lungo termine”. Infine la successione: ”Sto cercando di formare ilmio successore alla velocita’ della luce – afferma Marcionne – e ritengo che sto avendo successo”.

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