Meno soldati americani in Europa, di piu’ in Asia. L’Amministrazione Obama, che pochi giorni fa ha annunciato una drastica cura dimagrante per la Difesa americana, con pesanti tagli alle spese militari, passa ora ai fatti: una delle prime decisioni e’ quella di ridurre ulteriormente le truppe statunitensi nel Vecchio Continente, considerato a ”basso rischio”, per rafforzare la presenza militare americana soprattutto nel Sud-est asiatico, per alzare le barriere in funzione anti-cinese.
La decisione di Washington di disimpegnarsi sempre piu’ nei confronti dell’Europa – scrive il New York Times – arriva proprio nel momento in cui alcune capitali del Vecchio Continente erano in pressing per arrivare a un rafforzamento della presenza di militari americani, preoccupate soprattutto dagli sviluppi incerti della situazione in Russia. Ma gli Usa non credono che dalla Russia possano arrivare serie minacce. Cosi’ a essere richiamati dall’Europa saranno almeno 10.000 militari, col ritorno in patria di due brigate di stanza in Germania. A restare saranno in circa 30.000 – una parte in Germania e un’altra in Italia: niente a che vedere con i 280.000 soldati dell’epoca della Guerra Fredda. Ma abbastanza – spiegano fonti del Pentagono – per assicurare la possibilita’ d’un pronto intervento in caso di crisi in Medio Oriente o nel Golfo Persico. La preoccupazione per la riduzione delle truppe Usa in Europa serpeggia comunque anche all’interno del quartier generale della Nato a Bruxelles: l’Alleanza Atlantica, infatti, e’ anch’essa alle prese con le conseguenze dei tagli di bilancio. La marina degli Stati Uniti, comunque, inviera’ quattro nuove navi da guerra in Spagna, per rafforzare il sistema di difesa messo in piedi per fronteggiare eventuali attacchi missilistici dall’Iran. Confermata poi l’impegno, preso in ambito Nato, della costruzione di un impianto radar in Turchia e di uno scudo antimissili in Romania e Polonia.