Reati ambientali e danno alla salute. Nell’auditorium della Regione Campania a Napoli, è approdato il corso della Fondazione Santa Chiara, con il sostegno del consorzio nazionale dei rifiuti dei beni a base di polietilene Polieco e della Federazione della Green economy. Il focus sulla gestione illecita dei rifiuti e sulle conseguenze ad essa connessa ha visto la partecipazione dei magistrati Maurizio Santoloci e Roberto Rossi, della direttrice del Polieco Claudia Salvestrini e della giurista Valentina Vattani. Centinaia i partecipanti delle forze di polizia statali e locali e degli enti pubblici. Dalla Terra dei fuochi campana alle diffuse aree contaminate presenti in Italia e nei Paesi orientali cui sono destinate le ingenti quantità di rifiuti provenienti dall’Occidente, il tema ambientale è stato affrontato sotto l’aspetto tecnico e normativo. “Non esiste solo la Terra dei fuochi campana- ha detto il magistrato Santoloci- la presenza di siti che accolgono rifiuti smaltiti illecitamente è un problema che riguarda il Paese intero e scaturisce da collusioni culturali di quella borghesia criminale pronta a vendere l’anima per creare giurie scomposte finalizzate al negazionismo”. La direttrice del Polieco Salvestrini ha puntato il dito contro alcune scelte della politica: “Prevedere che l’Agenzia delle Dogane e le Arpa debbano effettuare le verifiche sui container di rifiuti destinati all’estero in tempi ristrettissimi equivale a dire che non si vogliono favorire i controlli. C’è un gioco perverso di cui la mafia è solo la parte terminale – ha incalzato Salvestrini- e che vede purtroppo il protagonismo di colletti bianchi, nella diffusione di un fenomeno criminale che danneggia la leale concorrenza fra le imprese, l’ambiente e la salute pubblica”. Il sostituto procuratore di Bari Roberto Rossi ha illustrato le procedure per la corretta gestione del rifiuto plastico, mentre la giurista Valentina Vattani ha spiegato oneri e responsabilità del produttore di rifiuti. Di particolare interesse l’intervento finale di Valentina Santoloci. Il corso, cui hanno partecipato quasi 400 persone, inserito in un ciclo di seminari che la Fondazione Santa Chiara tiene da anni in varie città italiane, si pone l’obiettivo di fornire strumenti utili nel contrasto a pratiche e consuetudini che minacciano ambiente, salute e sviluppo sostenibile.