“Un film già visto questo della guerra delle primarie, già visto con Renzi contro Bersani, come con De Luca contro Cozzolino. Boicottare il candidato più forte, o almeno quello che viene ritenuto più idoneo dagli elettori; è questo il copione che puntualmente viene recitato dalle minoranze critiche, che si appellano a tutti i cavilli possibili, producono regole a proprio vantaggio e quando non basta avviano l’immancabile macchina del fango. Così è stato per Renzi, così è stato per De Luca e così è oggi!”. Lo dichiara l’ex consigliere comunale di Caserta Edgardo Ursomando, oggi schierato con Carlo Marino. “La contrapposizione di idee è legittima, anzi se così non fosse non si potrebbe parlare di democrazia. Ma se la democrazia la si continua a tirare per la giacchetta, stirandola, stracciandola, rattoppandola a proprio uso e consumo, non si farà altro che aver dato vita ad una democrazia vuota, poco credibile, una democrazia repulsiva, che non aggrega, anzi che allontana l’elettore. Questo modus operandi, che di politico non ha niente, ma si avvicina più alla guerriglia, che agisce attraverso continui ed estenuanti interventi antidemocratici, con un logorante lavoro ai fianchi, che se ne frega dello spirito pulito, trasparente e leale che dovrebbe essere quello delle primarie, garantisce esclusivamente una sparuta minoranza. Si, perché di una minoranza si tratta, un manipolo di persone che si nascondono dietro il simbolo del partito politico più importante del Paese. Ma il PD di Caserta ha la stessa valenza e peso politico di quello nazionale, o vive di luce riflessa? Alle ultime amministrative il PD ha raccolto 4.732 voti pari al 9.92% dei votanti, molto lontano dal famoso 40% nazionale, e giusto per dare qualche altro numero la platea dei tesserati al circolo cittadino conta poco più di 400 iscritti, per cui, e voglio essere buono, se volessimo appannare alla combattiva minoranza una valenza in percentuale da commutare in numero di iscritti, potremmo azzardare un 50% che si traduce in circa 200 tesserati, cioè una minoranza nella minoranza, ma che tiene in scacco un’intera coalizione del centrosinistra, e perché no anche il futuro della Città. Se questa me la chiamate democrazia? Questo atteggiamento è pericolosissimo, mina la credibilità di tutti i partiti e dei movimenti che vogliono aderire ad un progetto per il riscatto di Caserta, progetto che il PD si è intestato e che non può compromettere per beghe interne o guerre di quartiere. Sembrerebbe quasi, che il PD locale stia facendo di tutto per perderle queste elezioni, pur avendo sulla carta tutti i presupposti per uscirne vincente. Se questo è un gioco al massacro, per motivazioni magari estranee alla vita politica della città, si rischia di innescare degli effetti collaterali che si tradurrebbero nell’isolamento del Partito Democratico locale, con una probabile implosione dello stesso. Perciò, si sbrigassero a svolgere le primarie e a tirar fuori un candidato a Sindaco, tanto alla fine, come i Bersaniani furono i primi a diventare Renziani, così come i Cozzoliniani immediatamente dopo le primarie si trasformarono in Deluchiani, pure a Caserta avverrà lo stesso. Ed anche questo, purtroppo, è un film già visto”.

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