La segretaria della Cgil di Caserta Camilla Bernabei dichiara di voler ribadire le distanze che la Cgil ha preso dal documento stilato da alcune RSU della Reggia di Caserta. “Un documento sbagliato  – spiega – a partire dalla forma per arrivare al metodo scelto. Così come ribadito nell’incontro avuto dal segretario della Funzione Pubblica Cgil di Caserta Felice Zinno con il direttore Felicori in data 25 febbraio la Cgil tutta è al suo fianco:” vada avanti, vogliamo essere protagonisti come e più di lei del rilancio del sito della Reggia di Caserta”. Abbiamo bisogno, continua Camilla Bernabei di un rilancio culturale e turistico della città, della provincia tutta e il sito reale deve essere il volano di partenza. Ma per far questo è necessario il massimo coinvolgimento dei lavoratori, per questo motivo siamo disponibili e pronti a ragionare e decidere su tutte le questioni che riguardano l’organizzazione del lavoro per valorizzare la straordinaria bellezza della Reggia La richiesta d’incontro con il direttore Felicori continua il segretario Felice Zinno,è servito , proprio per chiarire la propria posizione e per ribadire la propria disponibilità al confronto sui necessari cambiamenti da introdurre, per rendere maggiormente fruibile lo splendido sito della Reggia. Ma anche per evidenziare le sofferenze dei lavoratori che nonostante il blocco del contratto, il blocco del turn over cercano di garantire i nuovi oneri che il processo di aziendalizzazione introduce. Infatti non siamo tra i sindacati che hanno rilanciato lo scontro fuori dal confronto aziendale, perché abbiamo riconosciuto che la semplificazione della comunicazione non avrebbe consentito di comprendere fino in fondo quali sono i problemi. Vogliamo sollevare all’attenzione dell’opinione pubblica quali sono le scelte che il Governo ha fatto sui Beni Culturali, che la maggior parte degli studiosi e degli operatori, non solo dei dipendenti del Ministero, sta contestando. Vorremmo spiegare che la nuova ed ennesima riforma consentirà, nei fatti, di costruire senza più rispettare i vincoli di tutela archeologica e ambientale. Che non saranno più i tecnici dei Beni culturali a fare le valutazioni ma saranno i prefetti. Che sarà quindi il Governo a decidere sui beni culturali e che le istituzioni locali saranno emarginate. Vorremmo spiegare che le scelte degli ultimi anni stanno preparando il terreno alla conquista dei privati dei beni culturali. Il bene più prezioso del nostro paese, che può e deve portare ricchezza a tutti anche attraverso la creazione di posti di lavoro, consegnato nelle mani di pochi”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui