Gran bella mattinata quella appena trascorsa all’I.C. “Giovanni XXIII”, presso la scuola media, che ha visto la scrittrice napoletana Miriam Rebhun, docente in pensione e testimone di seconda generazione di uno dei genocidi più efferati di cui l’Europa si è resa responsabile: la Shoà, a confronto con gli allievi delle classi terze. La Rebhun ha raccontato agli alunni presenti all’incontro, la sua vita, percorrendone le tappe più importanti, quelle legate agli accadimenti più o meno tragici della sua famiglia, attraverso un percorso che fa di lei la donna libera, intelligente e aperta al mondo che oggi è. Figlia di padre ebreo tedesco e di madre ebrea italiana, ha ribadito ai ragazzi l’importanza della testimonianza, che per gli ebrei rappresenta un dovere. “I testimoni di seconda generazione-ha dichiarato la Rebhun-avvertono il dovere di dare voce a chi una voce non ce l’ha più perché gli è stata strappata insieme alla vita, nella maniera più spietata e spregevole che sia dato immaginare.” La Rebhun ha poi con forza ribadito ai ragazzi la necessità quanto mai attuale di tolleranza verso qualsiasi forma di diversità, spiegando che quella contro gli ebrei non è stata l’unica forma di persecuzione nazista, ma vittime del pensiero totalitario sono state anche altre categorie di persone: zingari, disabili, oppositori politici ed omosessuali. Tantissimi sono stati i ragazzi che le hanno fatto domande sulla sua vita, sulla sua religione, sulla sua storia familiare. Ed alcuni hanno letto passi tratti dal suo libro “Ho inciampato e non mi sono fatta male”. Nelle sue pagine si legge: “La Shoah non è solo una pagina della storia, è una rottura di civiltà…L’esame delle ideologie da cui è nata e dei meccanismi con cui è stata realizzata devono rafforzare i valori fondanti di un cittadino democratico, renderlo vigile rispetto ai potenziali altri genocidi, vaccinarlo da pregiudizi e stereotipi tanto più diffusi quanto più la nostra diventa una società multietnica.” La mattinata si è conclusa con alcuni canti legati all’ebraismo e alla Shoah, intonati dagli alunni della scuola che hanno coinvolto la stessa Miriam Rebhun, che ha cantato con loro, dando vita ad un momento di forte commozione. Al termine dell’incontro Miriam Rebhun è stata salutata da docenti e alunni con un fragoroso e lunghissimo applauso, quanto mai meritato, per l’efficacia educativa della sua testimonianza. All’evento ha partecipato anche Carmela De Lucia, rappresentante dell’Associazione Libera che ha reso possibile l’incontro con la signora Rebhun. Anche la De Lucia, durante l’incontro, ha ribadito l’importanza della memoria di tutte le vittime innocenti della violenza di ogni genere. E soddisfatta si è detta la D.S. della “Giovanni XXIII” dott.ssa Carmen Crisci. “E’ stata una lezione di storia eccezionale quella che stamattina abbiamo regalato ai nostri alunni, attraverso una testimonianza forte, dignitosa e accorata-ha dichiarato infatti la Dirigente-perché, come diceva J. Saramago, noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.”