Salvatore Lo Russo, ex boss della camorra poi collaboratore di giustizia, accusato di calunnia nei confronti di Vittorio Pisani, ex dirigente della Squadra Mobile di Napoli, del quale il boss era confidente, è stato condannato a due anni e tre mesi di reclusione. Lo Russo, 63 anni, è stato condannato dal tribunale di Benevento anche a risarcire il danno morale e materiale a Vittorio Pisani. L’ex boss dell’omonimo clan aveva dichiarato di aver elargito a Pisani, all’epoca dirigente della squadra mobile della questura di Napoli, 160 mila euro tra il 2005 e il 2007 in cambio di protezione per le sue attività illecite. Nella sentenza si rileva come la copiosa documentazione acquisita per il processo restituisce a Pisani “l’immagine di un funzionario di Polizia non solo onesto e fedele servitore dello Stato, ma anche capace e motivato nello svolgimento delle sue delicate funzioni”. “Pisani – scrivono i giudici – ha coltivato negli anni il rapporto confidenziale con Lo Russo in modo ovviamente riservato ma senza mai mancare di informare i suoi diretti superiori”. Inoltre, si sottolinea come Pisani negli anni “ha perseguito il clan ‘Lo Russo’ con efficacia e determinazione” e come la sua opera abbia portato “a rilevanti misure cautelari reali e personali contro il clan”. Ed è proprio nel desiderio di vendetta per le ordinanze di misura cautelare nei confronti di 54 appartenenti al suo clan, avvenute nel novembre 2010, che il giudice individua la motivazione della calunnia di Lo Russo nei confronti di Pisani, oltre che nel tentativo di non apparire un ‘traditore’, ma solo uno che stava adoperandosi per avere protezioni e coperture illecite.