“Nessuno ha la bacchetta magica. Ci sono norme e ci saranno risorse che permetteranno, rimboccandosi le maniche, di farcela dopo 23 anni di inerzie”. Così, intervistato dalla Stampa, Salvo Nastasi, commissario del governo per Bagnoli, illustra il piano per salvare l’area ex Italsider. “Ingenti risorse pubbliche sono state spese. C’è un processo penale in corso e ne vedremo gli esiti. Noi stimiamo che servano poco meno di 300 milioni di euro per completare tutto, compresa la bonifica dell’area di mare che farà tornare balneabile quel tratto di costa. Le bonifiche cominceranno già nel 2016 e termineranno nel 2019”, afferma. Il sindaco de Magistris dice che il progetto del governo è il suo? “Se è il suo mi fa piacere. Solo che nessuno se ne è accorto. A Napoli vige un piano attuativo urbanistico del 2005 che nasce dalla programmazione degli Anni Novanta con alcune piccole varianti degli anni successivi. Se fa riferimento a quello bene, ma forse avrebbe dovuto realizzarlo e non far trascorrere ancora anni prima dell’arrivo del governo. D’altronde lo stesso Tar della Campania ci ha dato ragione stabilendo che il governo ha piena legittimità ad intervenire stando la così grave situazione ambientale del sito. Il resto sono carte bollate e scuse”. A Bagnoli “si tratta di operare su di un sito di quasi 250 ettari, il doppio dell’Area Expo di Milano per intenderci, rimuovendo una colmata e sedime marino per due milioni di metri cubi e bonificando ampie zone contaminate dall’amianto. Si deve ripristinare l’antica linea di costa, creare servizi e strutture turistiche ed alberghiere e rivitalizzare un luogo di una bellezza sconvolgente mettendo a frutto l’ingente investimento che lo Stato farà. Matteo Renzi ci ha chiesto una Bagnoli pulita, fruibile e libera per i cittadini, sottratta a qualsiasi speculazione, con forte vocazione turistica e produttiva”.