NAPOLI – ”Le liberalizzazioni nell’area metropolitana di Napoli assumono sapori particolari, talvolta diversi che nel resto d’Italia. Come ci si puo’ esprimere, ad esempio, in maniera unilaterale parlando di assicurazioni e di taxi? Nel primo caso risulta quanto mai evidente che quello che in Italia e’ opportuno, da noi e’ assolutamente necessario e impellente, perche’ le tariffe dell’Rc sul nostro territorio hanno toccato tali livelli che la disobbedienza civile, con altissime percentuali di evasione, e’ ormai una realta’.

Nel secondo caso, invece, c’e’ il rischio di creare scatole vuote e falsa concorrenza in aree dove magari si registrano esuberi e non carenza dell’offerta”. Cosi’ il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e’ intervenuto nell’ambito del processo delle misure sulla liberalizzazione che sta per adottare il governo Monti. ”Abbiamo spesso parlato in questi anni di un Italia federale: ebbene credo che queste misure per un economia piu’ flessibile e meno ingessata debbano rispondere anche a concetti che prevedano un’attenta analisi del territorio. Non e’ detto – ha proseguito Cesaro – che quello che puo’ andare bene a Milano sia opportuno a Napoli o Reggio Calabria. Liberalizzare non deve significare penalizzare chi fino ad oggi ha lavorato ed investito, ma creare nuove opportunita’ in un mercato in grado di produrre ricchezza. Questo concetto e’ sicuramente applicabile al movimento dei tassisti. Esistono oggi dei vincoli troppo stretti, ambiti comunali che regolano tali servizi. Specie in una realta’ come quella napoletana sarebbe opportuno ripensare il tutto, ed intervenire piuttosto che sulle licenze, sulle regole che gestiscono tali servizi, cominciando a pensare in termini metropolitani e non piu’ nei ristretti ambiti comunali”. ”A questo punto della vertenza – ha concluso Cesaro – ritengo comunque necessario che la protesta punti piu’ che a creare disagi, a cercare condivisione nell’utenza. Il danno alla mobilita’ comincia ad essere concreto ed e’ opportuno che i tassisti non adottino atteggiamenti che alla collettivita’ potrebbero sembrare manifestazioni di difesa di una casta”.

 

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