AVELLINO – “Dal potere come funzione al potere come conquista”. E’ in questo passaggio che Ciriaco De Mita individua la crisi irreversibile della Prima Repubblica confrontandosi con Lucia Annunziata, in occasione della presentazione ad Avellino di ‘Il Potere in Italia’, l’ultima fatica della conduttrice di ‘In mezzora’.
“All’epoca del cosiddetto pentapartito – ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio – scegliemmo il potere come strumento di conquista. Anche allora, come oggi, mi sforzo di riflettere sulle cose accadute e di trovarne la ragione. Posso sbagliare ma se non conosciamo le cause che hanno determinato gli eventi poi é difficile governarli”. Nel corso del dibattito, al quale hanno partecipato anche la parlamentare del Pdl, Nunzia De Girolamo, e il procuratore di Avellino, Angelo Di Popolo, De Mita ha fatto riferimento anche all’attualità politica. A partire dalle alleanze. “L’errore che si commette è quello di considerarle come motivazione della politica. Le alleanze sono invece la conseguenza della politica, una necessità che fa mettere insieme le persone per fare la stessa cosa. L’errore è che abbiamo immaginato che per farla bisogna vincere e per riuscirci puntiamo sulle quantità da mettere insieme: come si sta dimostrando, si vince ma non sappiamo che fare”. Molto dipenderà dalla capacità dei partiti di rigenerarsi. Ciriaco De Mita non è ottimista: “Il problema reale è come si ricostruiscono le forze politiche in presenza di partiti inesistenti. Si ricostruiscono a condizione di recuperare storia, memoria e pensiero. Dovremmo cioé prima pensare, poi agire e può anche darsi che facendolo siamo sollecitati a pensare. Ma le due cose sono essenziali e per il momento non si incontrano”. Secondo Lucia Annunziata, la Prima Repubblica ha comunque avuto il merito di “essere stata una esperienza di crescita del Paese e di aver guidato politicamente la sua espansione economica. La Seconda Repubblica non ha invece saputo risollevarsi dal fallimento della Prima”. La giornalista ha poi sottolineato che “non è un caso se per la seconda volta in diciassette anni due governi tecnici sospendano le prerogative della politica e del Parlamento. Credo che l’arrivo di Monti – ha concluso Annunziata – è destinato a diventare un elemento traumatico: la politica non risorgerà nelle forme precedenti e quello che abbiamo visto, come lo abbiamo visto, credo sia finito”.