L’evasione questa volta ‘viaggiava’ su auto di lusso importate dalla Germania. La procura di Palermo ha cosi’ disposto il sequestro ‘per equivalente’ a carico di un rivenditore della citta’. Il provvedimento, finalizzato alla successiva confisca per equivalente delle disponibilita’ patrimoniali e finanziarie fino alla concorrenza dell’Iva evasa, circa un milione e mezzo di euro, e’ stato deciso sulla base delle indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo.
Si tratta di un altro caso di “frodi carosello Iva”, basate sull’interposizione, fra venditore europeo e l’impresa italiana di reale destinazione della merce, di imprese “cartiere” costituite al solo scopo di simulare, mediante fatture per operazioni inesistenti, l’acquisto in sospensione d’Iva dall’operatore comunitario e poi la successiva vendita al reale destinatario con applicazione d’imposta. Il versamento allo Stato viene in effetti sistematicamente omesso perche’ la cartiera sparisce dopo poco tempo. Dall’esame delle pratiche di immatricolazione di circa 190 autovetture importate dalla Germania nel biennio 2009-2010, e’ stato accertato un doppio sistema di frode. Il primo si basava sulla presentazione all’Agenzia di pratiche auto, in vista del successivo inserimento nella banca dati gestita dalla Motorizzazione, di una fattura di acconto rilasciata dal venditore tedesco riportante un valore inferiore (circa la meta’) rispetto al reale prezzo di acquisto, cosi’ da parametrare su questo minor valore l’Iva da versare.