Aversa, l’amministrazione pensa di trasferire uffici al piano terra della biblioteca: Sagliocco voleva lì l’archivio

Nella mattinata del 20 ottobre il Sindaco di Aversa de Cristofaro ha incontrato i responsabili degli uffici regionali ospitati presso la palazzina comunale di piazza Crispi che occupa lo sportello Unico Attività Produttive. Insieme agli assessori Ronza e Pisciotta ed al consigliere Sbano, il primo cittadino ha discusso con i funzionari regionali della possibilità di trasferimento degli uffici al piano terra di Palazzo Gaudioso, edificio che in parte ospita la biblioteca comunale, con l’obbiettivo di recuperare spazi per spostare il servizio acquedotto dall’attuale sede inadeguata di via Sant’Andrea agli uffici resi liberi in piazza Crispi. L’operazione consentirebbe un risparmio netto di 10.000 euro annui, a tanto infatti ammonta il canone pagato dell’ente per il fitto dei locali di via Sant’Andrea, e permetterebbe finalmente di offrire un migliore servizio ai cittadini e condizioni di lavoro ottimali ai dipendenti addetti all’acquedotto. “In tal modo si rafforzerà anche il servizio di riscossione dei canoni per il consumo idrico, che portano nelle casse comunali circa due milioni di euro all’anno, e si migliorerà la capacità di offrire servizi all’utenza, poiché piazza Crispi, posta in un’area facilmente raggiungibile, è dotata di un parcheggio ampio e di uffici spaziosi. L’Amministrazione comunale intende recuperare tutte le morosità relative ai canoni acqua ed ha avviato – come fa sapere l’assessore Michele Ronza – anche un piano di recupero degli oneri di urbanizzazione non corrisposti. Qualora gli uffici regionali aderissero alla proposta di trasferimento del Comune si giungerebbe in tempi brevi alla assegnazione e rimodulazione degli spazi di palazzo Gaudioso per l’ottimizzazione delle attività e dei servizi”. Eppure per il piano terra di Palazzo Gaudioso l’amministrazione Sagliocco aveva approvato una delibera per permettere il trasferimento dell’archivio storico e di libri antichi. Ancora una volta la cultura sacrificata alla spending review. Tra l’altro è tutto da vedere perché quei locali hanno bisogno di lavori per diventare fruibili.