di Mario De Michele

Ricordate la discussione nazionale sul cambio del nome del Pd? Qualcuno vorrebbe chiamarlo Partito del lavoro, altri Partito della sinistra. I dem di Caserta hanno anticipato i tempi. In Terra di Lavoro si chiamerà Perdete ogni speranza voi che entrate. Simbolo: una croce che campeggia su una bara. La commissione provinciale per il congresso, presieduta da Francesco Gatto, totalmente inadeguato e uomo di Pina Picierno e Stefano Graziano, ha posto una pietra tombale sui democrat casertani. Alla luce del grande imbroglio sul tesseramento (6.800 iscritti), la commissione nazionale aveva giustamente tagliato 3.700 nomi riducendo la platea a 3.100. Decisione avallata anche da quella regionale, guidata da Franco Roberti. In barba alla decisione romana Gatto e company, con l’eccezione di Alessandro Tartaglione e Alessandro Landolfi (mozione Schlein), hanno dato via libera a ben 4.994 tessere. Duemila in più rispetto al pronunciamento del nazionale.

I seguaci di Gennaro Oliviero (Eugenia Olivia e Pino Moretta) hanno fatto peggio: hanno votato contro la nuova platea perché volevano meno tagli, chiedevano che il numero degli iscritti non si discostasse molto da quello originario di quasi 7mila tessere. Gatto, Picierno, Graziano e Oliviero supportano Stefano Bonaccini. E proprio lui è la vittima sacrificale del taroccamento del tesseramento del Pd di Caserta. Il presidente dell’Emilia Romagna ne è uscito distrutto. Invocava “sobrietà e onestà”. Ma proprio i suoi referenti, tutti, nessuno escluso, si sono ubriacati di tessere e hanno calpestato ogni forma di onestà. Solo i supporter di Elly Schlein hanno mantenuto la barra dritta: va approvata la platea definita dalla commissione nazionale per il congresso definendo con chiarezza la linea della coerenza. Una linea che convoglierà molti consensi per la leader di Open Pd. Picierno e Graziano invece sono andati in scia a Oliviero. Hanno messo il cappello su un tesseramento meno truccato. Ma sempre truccato è. Cinquemila iscritti per un partito defunto da 15 anni è uno schiaffo alla decenza. Un errore pacchiano e imperdonabile. Se appariva palese il doping di Oliviero, ora nella palude del tessere gonfiate sono finiti anche Picierno e Graziano. Dire che solo Oliviero ha imbrogliato è una scorciatoia che serve solo a pulirsi la coscienza. A Caserta tutti hanno messo in campo i loro potenti mezzi per gonfiare all’inverosimile la platea degli iscritti. I signori delle tessere appoggiano Bonaccini. Picierno e Graziano hanno perso la grande occasione di marcare una differenza da Oliviero. Alla fine della fiera appaiono tutti uguali. Di notte tutte le vacche sono nere. A Caserta anche Hegel è liquidato: anche di giorno tutte le vacche sono nere. Picierno, Graziano e Oliviero hanno condotto il partito nell’oscurità. Signori delle tessere e signori delle tenebre. Così il Pd ne esce morto. E sappiamo chi sono gli assassini. Roma dovrebbe fare una cosa semplice: commissariare anche la commissione per il congresso. I big dei dem di Terra di Lavoro non sono stati all’altezza di garantire rispetto delle regole e coerenza politica. Vanno messi in un angolo e dimenticati, direbbe Ungaretti. Il Pd di Caserta ha cambiato nome. Si chiama: Perdete ogni speranza voi che entrate. Simbolo: una croce su una bara. Killer Picierno, Graziano e Oliviero.


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