di Mario De Michele

Stavolta c’è poco da scherzare. La gravità di quanto accaduto ad Orta di Atella impone una riflessione seria. Lo pseudo-centrosinistra ha giocato col fuoco. In ballo ci sono la democrazia, il confronto-scontro elettorale, la dialettica politica. Eppure, per mero interesse di bottega, l’ex (per fortuna) sindaco Vincenzo Gaudino e il suo ex vice (menomale) Enzo Tosti hanno pensato bene di fare i furbi. Dalla furbizia alla spregiudicatezza il passo è breve. Da qui la decisione scellerata di non presentarsi alle elezioni amministrative. In pista c’è solo Antonino Santillo e la sua “grande coalizione”. Solo dei ciucci travestiti da politici non avrebbero compreso l’importanza dell’appuntamento con le urne del 14 e 15 maggio. La città esce da un commissariamento straordinario. Negli ultimi 10 anni gli scioglimenti dei consigli comunali sono diventati all’ordine del giorno. Quasi una routine. Un déjà vu. Una maledizione. Gaudino, Tosti e company, ahiloro, non sono poeti maledetti. Hanno dimostrato di essere miseri politici-amministratori piccoli piccoli. Come quella borghesia di second’ordine attaccata con il Bostik all’accumulazione della roba di verghiana memoria. Poca roba, sia chiaro. Da mercatino delle pulci. Zero visione generale. Zero senso di responsabilità. Zero rispetto della gente. Zero, zero, zero. Ogni numero moltiplicato per zero dà sempre zero. Ecco, lo pseudo-centrosinistra ha azzerato la democrazia. Francesco Comune, Luca Mozzillo, Salvatore Tessitore, Marilena Belardo e soci staranno ancora festeggiando per il colpo di coda. In cauda venenum. A morire avvelenati sono i cittadini. “Ma che ce ne fotte! Abbiamo messo in difficoltà la grande coalizione”, si diranno tra loro col sorrisino ebete sul viso gli artefici dell’assassinio della democrazia. Questo l’unico obiettivo della maggioranza uscente: distruggere, sgambettare, giocare sporco. Cosa ben diversa da fare opposizione a quegli avversari etichettati come il male assoluto. Chi ci guadagna? Nessuno. Chi ci perde? La popolazione. Ma stavolta Gaudino e i suoi compagni(?) di viaggio l’hanno fatta grossa. L’obiettivo? Fare apparire brutti e cattivi Santillo e i suoi alleati. “’A pazziella ‘n man’ ‘e criature”. Il giocattolo è Orta di Atella. I bambini sono quelli che nella passata consiliatura hanno fatto disastri apocalittici. Con quale faccia puntano l’indice? Con quale coraggio si arrogano il diritto di scrivere sulla lavagna buoni (loro) e cattivi (gli altri)? Andiamo nel merito. La famiglia Comune (Città Invisibile) ha costruito un palazzo abusivo e ha concluso affari con la F.A.G.G. Costruzioni Generali Srl, che non è una società qualunque. Era la ditta di Andrea Villano, ex sindaco, e di Gianfranco Piccirillo, ex alleato di Gaudino. Proprietà transitiva: Villano è una chiavica, Piccirillo, mentore di Gaudino, è socio di Villano, quindi Gaudino è una schif… Oppure: Villano è una persona perbene, Piccirillo, sponsor di Gaudino, è socio di Villano, ergo Gaudino è lindo e pinto. Non si scappa. Altrimenti si chiama doppia morale, doppiopesismo. Un lusso che non può concedersi gente come Mozzillo (posto fisso all’Asl), Tessitore (posto fisso all’Asl), Comune (palazzo abusivo), Belardo (casa abusiva), Tosti (sottotetto abusivo), e lo stesso Gaudino (porticato del padre abusivo). Costoro hanno fatto il proprio tempo: con gli abiti dei legalitari fanno ridere anche i polli. Ormai sono carte conosciute. Anche dalle pietre. Torniamo all’inizio: lo pseudo-centrosinistra ha giocato col fuoco incendiando democrazia, confronto-scontro elettorale, dialettica politica. Se Orta di Atella non riuscirà nemmeno il 14 e 15 maggio a voltare pagina i nomi e cognomi dei colpevoli sono impressi nella storia.

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