Sono 6 gli evasori totali scoperti dalla guardia di finanza di Terni nel corso di un’operazione contro l’evasione fiscale che ha permesso di individuare complessivamente oltre sette milioni di euro di ricavi completamente sottratti a tassazione. I 6 avrebbero nascosto al fisco anche imposta sul valore aggiunto per un valore pari a un milione e 300 mila euro circa. Nello specifico le persone su cui ha indirizzato la propria attenzione la Gdf sono i titolari di un impresa manifatturiera, un autotrasportatore, un gommista, un distributore stradale di carburanti, un operatore del settore della telefonia e un artigiano.
Questi imprenditori – riferiscono le fiamme gialle – sono stati individuati grazie al rilevamento del loro tenore di vita e all’elaborazione degli elementi contenuti nelle banche dati e nei terminali informatici delle fiamme gialle. Nello specifico e’ stato un controllo avviato nelle case d’asta di opere d’arte moderna a far scoprire un imprenditore ternano, titolare di un’impresa che realizza materiale per l’edilizia, che nel 2009 non aveva presentato alcun tipo di dichiarazione fiscale, nascondendo – secondo la Gdf – oltre un milione e 500 mila euro di ricavi e Iva per 200 mila euro. Un rivenditore all’ingrosso di materiale informatico e per la telefonia, secondo la finanza, non ha invece dichiarato di avere dipendenti, pur avendo una clientela numerosa, soprattutto fuori provincia. A questi le fiamme gialle hanno contestato omesse prestazioni fiscali per 3 milioni di euro e Iva evasa per 600 mila euro. Sono invece scaturite da un semplice controllo sull’emissione di una ricevuta fiscale le contestazioni mosse a un gommista di Terni: in questo caso i finanzieri hanno accertato che l’uomo non aveva alcun blocco di ricevute fiscali e che si limitava a rilasciare normali pezzi di carta con scritto a penna l’importo incassato, quindi senza nessuna rilevanza fiscale. I ricavi sottratti a tassazione contestati in questo caso sono pari a circa 450 mila euro e l’evasione dell’Iva a 60 mila euro. Infine, aveva invece deciso di aprire nella propria abitazione un laboratorio artigianale di fabbro un pensionato che svolgeva l’attivita’ senza aver aperto la partita Iva, nascondendo cosi’ in due anni circa 25 mila euro di ricavi. I suoi lavori erano erano pero’ elencati in un’agenda scoperta dai finanzieri durante il controllo.