”Il premier non ci sfidi” e ”non vada allo scontro” o ”perdera’ l’Italia”. E’ il messaggio che manda a Mario Monti il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, a poche ore dall’incontro tra governo e parti sociali sulla riforma del lavoro. Intervistato da Avvenire, il sindacalista sottolinea che
”cancellare l’incantesimo” delle contrapposizioni cessate con l’avvento del nuovo governo ”sarebbe folle, assurdo, imperdonabile” e avverte che quando si e’ trattato di mettere mano alle pensioni era ancora la fase ”della luna di miele” ma che ”un nuovo strappo non sarebbe tollerato”. I mesi ”che ci aspettano”, sottolinea, ”saranno complicati” e tocchera’ a Monti ”capire per primo e fino in fondo l’importanza della coesione”. Anche il premier, osserva ”ora ha un disperato bisogno di un sindacato che lo protegga e gli faccia scudo”. Peraltro, aggiunge, ”una riforma del lavoro che scavalca le parti sociali sarebbe bocciata in Parlamento”. Le cose, aggiunge, ”si decidono insime e il governo non puo’ pensare di mettersi di traverso tra sindacati e imprese”. Tra lui, Camusso e Marcegaglia, poi, c’e’ ”una convergenza sostanziale sugli obiettivi da raggiungere” e ”una solidarieta’ che e’ una assoluta garanzia”. L’articolo 18, per Bonanni ”e’ una bandiera ideologica di circoli culturali che hanno persino influenzato l’Europa”. Ma ”con Marcegaglia possiamo trovare un’intesa e renderlo piu’ funzionale accorciando i tempi sui contenziosi e facilitando l’intesa sulle questioni economiche”. Quanto al Capo dello Stato, per Bonanni ”non si riferiva alla Cisl” quando ha parlato di fermare conservatorismo e immobilismo: ”Credo che il suo fosse un invito a superare le rigidita’ di un certo sindacalismo ideologico e conflittuale, ma anche un messaggio a chi e’ fissato che l’articolo 18 deve sparire”. Ora pero’ Napolitano ”dica parole chiare e non lasci spazio a equivoci”.