Da un fosso nella zona de La Rustica, alla periferia di Roma, venivano immessi nell’Aniene nichel, rame, zinco e cianuri inquinanti. A causare l’inquinamento era un impianto di tipo galvanico che si trovava nelle vicinanze che non aveva l’autorizzazione allo scarico perche’ a ciclo chiuso e aveva un tubo interrato che scaricava direttamente nel fosso le sostanze inquinanti da smaltire.

L’impianto e’ stato posto sotto sequestro ieri il 1 febbraio. Lo ha reso noto l”assessore all’Ambiente e sviluppo sostenibile della Regione Lazio Marco Mattei spiegando che ”grazie al tempestivo intervento e alla professionalita’ di Arpa Lazio e’ stato interrotto il versamento di sostanze inquinanti nel fiume Aniene, in prossimita’ dell’incrocio fra il Gra e l’autostrada A24”. ”L’operazione – spiega l’assessore – ha preso avvio nei giorni scorsi quando la presidenza della Regione ha trasmesso ad Arpa (Agenzia per la protezione ambientale ) una comunicazione della societa’ ‘Strada dei Parchi Spa’, che ha il compito di realizzare l’ampliamento del tratto urbano dell’autostrada A24, nella quale si evidenziava che in zona La Rustica, proprio nell’area di incrocio tra il Grande Raccordo Anulare e la A24, dove devono essere realizzate le opere di fondazione del futuro svincolo, scorreva un fosso che presentava un aspetto fortemente sospetto. In considerazione di questo, la societa’ Strada dei Parchi ha sospeso ogni attivita’ dopo averlo comunicato alla Regione Lazio, che cofinanzia tali opere. Successivamente la sezione provinciale di Roma di Arpa Lazio, dopo aver effettuato un sopralluogo, ha prelevato dei campioni nelle acque del fosso e nel sedimento. I primi risultati delle analisi hanno evidenziato una elevata concentrazione di metalli (nichel, rame, zinco) e una forte presenza di cianuri inquinanti che venivano sversati nel fiume Aniene attraverso il fosso. La causa dell’inquinamento e’ stata individuata in un impianto di tipo galvanico che si trovava nelle vicinanze”. I Carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) affiancati dai tecnici dell’Arpa hanno quindi effettuato un intervento di controllo e hanno verificato che l’impianto non e’ in possesso di autorizzazione allo scarico perche’ a ciclo chiuso e aveva un tubo interrato che scaricava direttamente nel fosso le sostanze inquinanti da smaltire. L’impianto e’ stato posto sotto sequestro il 1 febbraio ed e’ stata data comunicazione alle autorita’ competenti affinche’ venga avviato un procedimento di bonifica della zona interessata da inquinamento. ”In tal modo – ha concluso Mattei – la Regione Lazio e’ riuscita a tutelare l’integrita’ ambientale di quel tratto di fiume”.

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