Originario di Avellino, classe 1926 Luciano Cafagna scomparso oggi e’ stato uno storico e politico italiano. Studioso dei problemi dello sviluppo economico italiano, ha insegnato Storia contemporanea all’Universita’ di Pisa. Pochi giorni fa e’ stato, con Sartori, Giorello, Reviglio tra i primi firmatari del manifesto-appello di Libera Italia, l’associazione nazionale della democrazia liberale e socialista, guidata da Massimo Teodori, per ‘ricostruire la politica, rinnovare la Repubblica: Istituzioni, Europa, Lavoro, Diritti’.

Fece parte nel 1950 del gruppo dei Giovani Storici del PCI, ma nel 1956 fu tra i protagonisti della ”diaspora” e segui’ il destino politico di Antonio Giolitti, di cui e’ stato uno stretto collaboratore. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio in cui ha espresso ”profonda tristezza” per la sua scomparsa ha sottolineato come Cafagna sia ”stato uno storico di alto profilo, tra i piu’ autorevoli e brillanti della sua generazione”. All’inizio degli anni sessanta, con i saggi ”La formazione di una base industriale in Italia fra il 1886 e il 1914” e ”Intorno alle origini del dualismo economico in Italia”, si inseri’ nel dibattito sull’industrializzazione italiana. Fu consigliere del Comitato Scientifico della ”Fondazione Basso” e partecipo’ attivamente al dibattito politico della Sinistra. Piu’ recentemente e’ stato commissario dell’Autorita’ garante per il mercato e la concorrenza; e’ stato esponente del La Rosa nel Pugno, DS ed ha aderito infine al neo Partito Socialista. Autore tra l’altro di libri come ”La grande slavina” (1993) e ”Una strana disfatta” (1996), in cui analizza le ragioni del pesante scacco subito dal socialismo autonomista nell’Italia repubblicana. A suo parere ad esempio la parabola di Craxi non si puo’ comprendere senza inserirla nel drammatico contesto degli anni Settanta. Tra i numerosi saggi e scritti di Cafagna, il volume Cavour (Ed Il Mulino) in cui ha colto l’occasione di questo ritratto storico per fare un analisi della categoria della politica. Nel saggio sul grande statista lo studioso scorre le virtu’ di Cavour alla base dei vizi italiani, demiurgo dell’ unita’ , ma anche creatore di regole che influenzano ancora la nostra politica. Si ricorda anche di Cafagna il saggio ”Tra ricerca storica e impegno civile (Marsilio 2007). Attraverso l’esame di alcuni dei temi centrali della storia contemporanea che sono stati oggetto dell’attenzione di Cafagna (l’industrializzazione italiana, la programmazione economica, il pensiero politico di meta’ ottocento), i saggi mostrano come la sua attivita’ di studioso sia stata sempre intrecciata all’impegno politico e istituzionale: cosi’ lo studioso autore di fondamentali interpretazioni dello sviluppo economico italiano tra ‘800 e ‘900, o l’attento lettore di Tocqueville, e’ anche stato protagonista diretto e acuto interprete di momenti importanti della storia italiana: la crisi del 1956, la programmazione economica nel primo centro-sinistra, la prima autorita’ antitrust, l’Italia a Bruxelles, la crisi della prima repubblica.

 

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