Nei giorni scorsi, al Liceo “Federico Quercia” di Marcianise diretto dal dirigente scolastico Diamante Marotta, gli alunni della 4 I, liceo scientifico Opzione Scienze Applicate, guidati dalle docenti Angela Grillo e Concetta Carugo, hanno intervistato la ricercatrice Melania del Santo.
La dottoressa Del Santo, originaria di Marcianise, è nota per aver scoperto un pianeta della massa pari a circa un terzo della Terra, che viene disintegrato e fagocitato da una nana bianca. La sua passione per l’Astrofisica è nata proprio tra i banchi del liceo Quercia, grazie al professore di Scienze che l’ha stimolata ad approfondire la disciplina attraverso studi, seminari e convegni.
L’intervista è stata fatta in occasione della partecipazione al Progetto e Concorso Nazionale “Articolo 9 della Costituzione”, emanato dal MIUR, avente come tematica “Cittadini partecipi della ricerca scientifica”, per individuare i principali problemi ed obiettivi affrontati dalla ricerca scientifica, nelle Università o nei Centri di Ricerca.
Nell’intervista la nota ricercatrice si sofferma sui principali problemi legati alla ricerca scientifica italiana, che possono essere riassunti nei seguenti punti:- finanziamenti nella ricerca di base molto bassi, con investimenti dell’1,2 % del PIL italiano contro il 3% dei paesi europei;- mancanza di contratti a lungo termine nelle Università e nei Centri di ricerca , dunque contratti precari ai ricercatori per lunghi periodi;- burocrazia eccessiva che rende inefficiente l’organizzazione.
La Del Santo afferma, però, che, nonostante i pochi finanziamenti, il numero di borse di studio totali ottenute dai nostri ricercatori italiani a livello europeo è abbastanza elevato, in quanto risulta che si posizionano a pari merito con la Francia e subito dopo i tedeschi ed inglesi; soprattutto colpisce il fatto che i ricercatori italiani siano i primi per numero ad aver ottenuto un riconoscimento.
Al di là delle problematiche che riguardano la ricerca scientifica e tecnica, la dott.ssa Del Santo ha voluto trattenersi con gli studenti in modo confidenziale, senza negare la propria partecipazione emotiva, coinvolgendoli in maniera straordinaria, motivandoli a continuare gli studi e a non aver paura di allontanarsi da casa. Quando le è stato chiesto cosa l’abbia spinta a completare i suoi studi all’estero, la ricercatrice ha risposto che è un’esperienza che consiglia di fare, perché oltre ad imparare o migliorare una seconda lingua, aiuta a crescere, a confrontarsi con culture diverse .
La nostra ospite inevitabilmente ha fatto appassionare alcuni studenti alla sua materia e ha trasmesso loro tutto l’amore per l’Astrofisica, incoraggiandoli a non arrendersi, a credere in quello che desiderano ad essere perseveranti, ma, soprattutto, a farsi guidare dalla passione.
di Cimmino Eduardo, Murolo Andrea, Santoro Caterina alunni della classe 4I