“Il nostro è un Paese in cui sembra si voglia eliminare qualsiasi forma di umanità, di solidarietà ed accoglienza verso gli ultimi, italiani o migranti che siano. Chi è fuori da questa formula o dissente dalla bestiale narrazione della paura del ministro degli Interni va schiacciato”. Questa è la prima reazione della Segreteria Provinciale di Articolo Uno-MDP di Caserta alla notizia del sequestro della struttura dell’ex Canapificio, dove svolge le sue attività l’omonimo Centro Sociale.
“La motivazione del sequestro (rischio crolli) appare forzatamente esagerata – dichiara Francesco Madonna, responsabile provinciale per Lavoro e Immigrazione – Abbiamo frequentato spesso in questi anni il Centro Sociale, soprattutto negli ultimi tempi grazie al Comitato Antifascista e Antirazzista di Caserta di cui il nostro movimento fa parte insieme al Centro Sociale e a tante realtà casertane che cercano di fare fronte alla dilagante deriva destrorsa di cui si sta ammalando la nostra Terra: non abbiamo mai notato una decadenza tale della struttura che avesse potuto far presagire un tale precipitare degli eventi. Anzi frequentando il Centro Sociale si respira un senso di partecipazione, di passione, di umanità, di solidarietà, di apertura verso il prossimo che difficilmente si riesce a trovare altrove: progetto di Accoglienza SPRAR, iniziative di sostegno al reddito, laboratori e partecipazione alla riqualificazione delle aree verdi cittadine. Per questo e tanto altro restiamo sorpresi, infastiditi da quanto accaduto oggi. Sembra quasi che la ‘sorte’, da un po’ di tempo a questa parte, dalle contestazioni al Ministro Salvini a CastelVolturno dello scorso anno, si vada accanendo contro il Centro Sociale ed i suoi progetti di integrazione e solidarietà”.
“Che la struttura, di proprietà della Regione Campania, avesse bisogno di manutenzione era noto a tutti – continua Madonna – a partire dai volontari, che infatti hanno più volte sollecitato la Regione, nella persona dell’Assessore Bonavitacola, affinché il “restyling” della struttura avesse un avvio. Ci si prospettava un piano di lavori che avrebbero riguardato, in maniera modulare, alcune parti della struttura, senza fermare in alcun modo le attività del Centro e senza alcun pericolo per lavoratori e frequentatori dello stesso. Purtroppo le solite lungaggini istituzionali non hanno consentito lo sblocco della questione, in cui oggi purtroppo di inserisce in maniera drammatica questo sequestro”.
“Come ArticoloUno MDP – aggiunge ancora – esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza ai compagni del CSA Ex-Canapificio: ci faremo promotori, mediante tutti i nostri rappresentanti istituzionali nazionali, regionali o locali, affinché venga accelerata la convocazione di un tavolo in Regione Campania sulla questione, invitando il Presidente De Luca e l’Assessore Bonavitacola a definire un piano di messa in sicurezza della struttura nel più breve tempo possibile, definendo gli interventi necessari in tempi brevi e restituendo alla pubblica fruizione tutta quella parte dell’ex-Canapificio che non presenta alcun rischio per i suoi operatori e ospiti. Invitiamo anche tutte le altre forze della Sinistra casertana a fare altrettanto e a formare un fronte politico e morale per restituire il prima possibile al capoluogo casertano questo presidio di solidarietà, diritti e giustizia sociale di cui nessun cittadino di Terra di Lavoro può fare a meno”.
”Devo purtroppo rilevare – conclude Francesco Madonna – che anche stavolta il Ministro dell’Interno Salvini non approfitta dell’occasione per stare zitto e risparmiarsi l’ennesimo infelice tweet. «Questo centro sociale incassava fior di soldi pubblici per l’assistenza dei “fratelli immigrati” e non faceva manutenzione? Sequestrato. Per i furbetti del business (i presunti “buoni”) la pacchia è finita!» è l’ennesimo vergognoso messaggio di odio che ad altro non serve che a dividere il Paese, alimentando lo scontro sociale e tenta di sommergere di livore chiunque non si allinei alla sua politica razzista. Andrebbe oltretutto chiarito che qualunque fondo destinato all’assistenza dei migranti accolti nel Centro non può essere utilizzato per altri fini, quindi non certo ad opere di ristrutturazione di una struttura della Regione di cui non si è proprietari: in quel caso infatti ci sarebbe stato un reato penale per distrazione di fondi. Sarà che per il nostro Ministro queste sono solo quisquilie, del resto per lui pecunia non olet… i meridionali ieri, i migranti oggi invece sì”.