Prima seduta del consiglio comunale dell’«era de Magistris». Raimondo Pasquino, candidato a sindaco del Terzo polo, è stato eletto presidente del consiglio comunale con 38 voti.
«Credo di poter ricoprire questo ruolo rispettando l’opposizione e la maggioranza, che non rappresento», ha commentato il nuovo presidente. L’assemblea, dopo aver proceduto alla nomina di Pasquino ha eletto anche i due vicepresidenti. Si tratta di Elena Coccia, eletta nelle fila della Federazione della Sinistra, e Fulvio Frezza eletto con l’Italia dei valori. Entrambi hanno riportato 17 voti espressi da 45 consiglieri votanti (1 scheda nulla, 10 voti riportati dal consigliere Vincenzo Moretto). La seduta era iniziata con l’esame delle condizioni di incompatibilità ed eleggibilità dei singoli consiglieri. L’assemblea ha autorizzato in tal senso la nomina a consigliere di Maurino Arnaldo, primo dei non eletti della lista «Napoli è tua» che prende il seggio del consigliere Alberto Lucarelli nominato assessore. Mario Morcone ha rassegnato invece le dimissioni e il suo seggio è stato attribuito a Ciro Borriello, primo dei non eletti nella lista di Sinistra e Libertà. L’elezione dei due vicepresidenti in quota Idv e Fds scatena le proteste del centrodestra. La consuetudine, infatti, voleva che uno dei due posti di vicepresidente andasse all’opposizione. Tecnicamente, però, Pasquino non appartiene alla maggioranza, e dunque anche se eletto con i voti della coalizione “arancione” può essere considerato esponente della opposizione. Un’interpretazione che non va già al centrodestra, rimasto a bocca asciutta. «Con un atto di inaudita arroganza – attacca il deputato Pdl Amedeo Laboccetta – la maggioranza che sorregge De Magistris, in contrasto con le più elementari norme della democrazia rappresentativa, ha occupato sia il posto di presidente del Consiglio Comunale che i due posti di vice-presidente, contravvenendo così per la prima volta nella storia amministrativa della città ad una basilare regola di democrazia sempre rispettata». Secondo indiscrezioni, questa scelta della maggioranza avrebbe contribuito a alimentare le tensioni interne al Pdl sfociate poi nella spaccatura in due gruppi. NO AL DISSESTO – Intanto il sindaco di Napoli fa importanti ammissioni. La prima: «Non dichiarerò mai il dissesto di bilancio». La seconda: «Il passaggio di consegne con la Iervolino è stato molto cortese, ma lo stato del Comune è peggiore di quanto immaginassi in campagna elettorale». La terza: «A breve farò un provvedimento per accorpare le partecipate».