Non si ferma la macchina giudiziaria a Napoli. Le udienze le convalide di fermi, arresti, sequestri e processi già in corso verranno fatte da remoto. Nei giorni in cui si sta vivendo una grave emergenza sanitaria a causa del Coronavirus, tutto viene digitalizzato. Il decreto del governo ha imposto lo stop al Tribunale resta fermo fino al 23 marzo e al momento si lavora solo alle urgenze. Per tutti gli altri casi, si rinvia di ufficio. Ma intanto si lavora all’alternativa digitale, a iniziare dalla sezione gip, guidata dal presidente Giovanna Ceppaluni: sono state attrezzate due aule, che dovranno ospitare le udienze da remoto. Si chiama sistema teams – come riporta Il Mattino – ed è molto simile ad un collegamento skype avanzato. Per le convalide di arresti, il gip accende il collegamento sul proprio monitor, che entra in connessione con la sala colloqui del carcere dove sono stati fermati gli indagati in attesa di convalida. In questo caso, l’avvocato ha la possibilità di scegliere se presentarsi nella sala di udienze o rimanere accanto al detenuto, in carcere, con una linea telefonica dedicata per consentire il dialogo con i rispettivi clienti; stesso lavoro da remoto per il pm, che potrà articolare le proprie istanze e le proprie conclusioni sempre in collegamento internet. Una volta assunta, il giudice potrà spedire via mail la decisione al carcere, chiudendo così il caso, con un livello minimo di contatti. Qualcosa di simile è accaduto in questi giorni sempre in materia di convalide, come spiega il capo dei gip Giovanna Ceppaluni: “Abbiamo utilizzato lo strumento delle videoconferenze, ci stiamo preparando per usare la connessione assicurata dal sistema teams, puntiamo innanzitutto a limitare i contatti con il mondo interno alle carceri, ovviamente a tutela soprattutto dei detenuti”. Non ha mai lasciato la sua postazione il presidente di Corte di appello Giuseppe De Carolis di Prossedi, che sta lavorando per approntare misure di smart working assieme agli altri vertici del distretto. Tutte le misure che stanno attualmente in fase di elaborazione dovrebbero servire ad inaugurare una nuova frontiera del lavoro in Tribunale, puntando ad evitare assembramenti, contatti di personale e utenti nelle aree del Palazzo di giustizia.