Dal lavoro alla sentenza Mills, dalla Rai al rapporto con il governo. E’ un Pierlugi Bersani a tutto campo quello che risponde nel corso della trasmissione di Fabio Fazio. I contenuti dell’intervista, registrata nel pomeriggio, sono stati anticipati dalle agenzie di stampa. Poco ascolto.

Se il segretario del Partito democratico non ha mancato di ribadire il sostegno del Pd all’esecutivo, colpiscono però le parole critiche usate in pià di un’occasione nei confronti del governo. “Qualche volta si ha l’impressione che l’orecchio sulla vita comune dei cittadini da parte di questo governo non sia sufficiente”, così come finora c’è stata “una dose non ancora sufficiente” di scelte di sinistra, sottolinea in particolare Bersani. Poca sinistra. “Alcune cose che possiamo chiamare di sinistra si sono viste, magari in una dose non ancora sufficiente”, precisa il leader del Pd riferendosi a evasione fiscale e liberalizzazioni. Detto questo, aggiunge, “certamente ci sono cose che vanno nella nostra direzione”, ma anche altre che possono “dare fastidio”, fra queste “qualche volta si ha l’impressione che l’orecchio sulla vita comune dei cittadini da parte di questo governo non sia sufficiente, ma spero che nelle prossime settimane si possa correggere”. Monti si fida? “Questo è un governo di transizione, di emergenza – prosegue – Non posso pretendere che Monti faccia il 100% di ciò che desideriamo. Noi sosteniamo il governo ma diciamo la nostra su ogni singolo tema e chiediamo di essere ascoltati. Se poi Monti si fida delle promesse di Berlusconi, va chiesto a lui il perché, ma sarebbe uno dei pochi”. Fiducia sul lavoro. Uno dei possibili motivi di rottura tra il Pd e Palazzo Chigi potrebbe essere la riforma del lavoro, ma Bersani si dice comunque fiducioso. “Ci sono condizioni per un buon accordo – ricorda – lo ha detto anche la Fornero e confermo che il Pd è disposto a votare una buona riforma”. “Davanti alla recessione – osserva – c’è bisogno di coesione e di corresponsabilità, dopo anni di litigate inutili: se si sceglie questa strada la soluzione c’è, se se ne sceglie un’altra andiamo verso problemi molto seri”. Cgil non romperà. E ottimista il segretario democratico si mostra anche sul ruolo della Cgil. Il sindacato guidato da Susanna Camusso, dice, “non si alzerà dal tavolo perché se fallisce quel tavolo si alzeranno tutti”. Per Bersani “il problema è la coesione. Se quel tavolo sbroglia il tema della precarietà trova una soluzione per gli ammortizzatori fatto salvo il principio cardine dell’articolo 18 che deve rimanere come articolo 18 della non discriminazione, l’applicazione di questo principio si può anche aggiustare”. Rai al capolinea. Una battuta, da Bersani, anche sulla necessità di riformare la Rai. Serve un cambio di governance, spiega, perché “quella che c’è adesso con dentro i partiti non è possibile possa salvare l’azienda”. E sul tema del rinnovo del consiglio di amministrazione dice: “Non intendo essere corresponsabile di una deriva di questo genere”, questo nonostante “sappiamo che noi stavolta potremmo avere anche la maggioranza in Cda”.

 

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