Standard and Poor’s abbassa il rating della Grecia e lo porta a ‘SD’, vale a dire una valutazione di deafult ”selettivo” o parziale, ultimo livello prima del default vero e proprio. Una decisione, quella dell’agenzia americana arrivata in serata, a tre giorni dal lancio dell’operazione di ”swap” o scambio dei titoli greci,

a cui sono chiamati i creditori privati dopo il difficile accordo raggiunto una settimana fa. Ma Atene tranquillizza: ”Il nuovo taglio del rating era atteso” e ”tutte le sue conseguenze sono state anticipate” grazie alle decisioni prese dal Consiglio europeo e dall’ Eurogruppo, si affretta a precisare, in una nota, il ministero delle finanze di Atene pochi minuti dopo la notizia del downgrade. E ricorda come il ribasso ”non avr… alcun impatto sul settore bancario greco, vista la liquidità fornita dalla Banca centrale della Grecia e dall’Efsf”, il Fondo salva-Stati europeo. Si tratta comunque di un downgrade, quello di S&P, che porta per la prima volta un Paese dell’eurozona a subire un SD una valutazione che equivale cioe’ a un ”default selettivo”.

E che segue quello gia’ deciso, nei giorni scorsi, da un’altra agenzia di rating, Fitch, che la scorsa settimana aveva ribassato Atene, portandone il voto a C da CCC perche’ l’operazione di swap di titoli greci cui sono chiamati i creditori privati – spiegava l’agenzia – rappresenta un ”distressed debt exchange”, ovvero un default parziale. S&P stasera – si legge nella sua nota – ”ha abbassato il rating sui titoli a lungo termine e a breve termine, rispettivamente da CC e C a SD (selective default)” spiegando che la decisione e’ legata al fatto che ”sono venute meno le garanzie su alcune obbligazioni”.

Ma non ancora su tutte. L’agenzia di rating americana si riserva di rivedere il suo’ voto’, rialzandolo a CCC (rating destinato a Paesi con titoli pubblici considerati vulnerabili e dipendenti dalle favorevoli condizioni economiche e finanziarie) a meta’ marzo. Quando cioe’ sara’ completata l’operazione di ”swap”, che prevede l’adesione da parte dei creditori privati al concambio sul debito ellenico, che comportera’ una perdita del 53% del capitale investito. E meta’ marzo e’ infatti la data in cui Atene si riserva di chiudere lo swap, certa dell’ok dell’Ue al secondo pacchetto di aiuti che ora dovra’ essere confermato in due nuovi riunioni dell’Eurogruppo. La prima, giovedi’, per verificare se Atene abbia rispettato gli impegni, approvando le prime misure necessarie ad ottenere gli aiuti, come la modifica costituzionale per inserire il vincolo del debito. La seconda riunione, forse da tenersi il 9 marzo, per valutare se la partecipazione dei creditori privati al programma di swap del debito e’ adeguata. Oggi, intanto, Standard&Poor’s ha rivisto anche in negativo l’outlook del Fondo salva-Stati Efsf. Una decisione che ”riflette l’outlook negativo di Francia e Austria”.

 

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