Serpeggia sconcerto e rabbia tra gli abitanti di Carlo III a Napoli per l’incidente in cui venerdì notte (7 agosto) ha perso la vita Maya Gargiulo 15 anni, travolta e uccisa da una Smart guidata da un 21enne. Nell’impatto è rimasta gravemente ferita anche l’amica coetanea della vittima, che ha riportato la frattura della gamba e diverse contusioni. C’è chi punta l’indice contro il malfunzionamento dei semafori: “Quelli dove è avvenuto l’incidente sono nuovi, ma spenti. Qui non funziona niente”. Altri residenti, soprattutto le mamme, dicono commosse: “Povera piccina, era sulle strisce pedonali, non si può morire così, non si può morire a 15 anni”. Intanto Emanuele, il ragazzo napoletano alla guida dell’auto, indagato per omicidio stradale, ha fatto sapere tramite la madre di essere “distrutto”. E ha detto: “Non ho viste le ragazza attraversare la strada”.

Sua mamma ha detto di essere “devastata ma anche certa che Emanuele non viaggiava al alta velocità”. La donna ha aggiunto: “Sono una ragazza-madre ma l’ho cresciuto bene mio figlio. Non è uno sconsiderato, uno che corre con l’auto. Ora è come se fosse morto dentro”. Nell’immediatezza dei fatti il 21enne, rimasto sotto choc per l’accaduto, non è stato in grado di spiegare agli agenti della sezione infortunistica stradale della Polizia Municipale la dinamica della tragedia. A terra non sono stati rilevati segni di frenata. In sostanza il 21enne non si sarebbe accorto della presenza delle due ragazzine sulla carreggiata e le ha travolte, fermandosi solo dopo l’incidente. L’impatto, violentissimo, ha sbalzato Maya di diversi metri. Cadendo, ha battuto violentemente la testa a terra, verosimilmente anche su uno spartitraffico. E lì è stata trovata, esanime, dai soccorritori e dalle forze dell’ordine. Gravi danni avrebbe subito già con il primo impatto, contro il cofano, e poi contro il parabrezza.

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