NAPOLI – Pazienti dirottati dall’ospedale alla clinica di proprietà del primario. Interventi chirurgici pagati due volte, una dall’ammalato e l’altra dall’Asl. Il cadavere di un giovane morto sotto i ferri e trasportato in ambulanza al policlinico, fingendo che fosse vivo, per non guastare il buon nome della casa di cura.
Un terremoto ha scosso oggi la sanità napoletana: è l’inchiesta dei pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock sulle truffe al sistema sanitario nazionale. Quarantadue gli indagati, tredici le misure cautelari disposte dal gip Ludovica Mancini. In carcere è finito Paolo Jannelli, notissimo primario di Ortopedia dell’ospedale Cardarelli: era a capo, secondo l’accusa, di un’associazione per delinquere finalizzata non solo alla truffa, ma anche ad altri reati gravi come il falso in atto pubblico, il peculato e la concussione nei confronti dei pazienti. Socio di riferimento della clinica Villa del Sole, il primario è accusato di avervi dirottato decine di pazienti ricoverati al Cardarelli, facendo loro credere che in ospedale non ci fosse la possibilità di operarli in maniera rapida e adeguata.
Si faceva poi pagare in nero interventi di tipo privatistico, ma grazie a documenti falsi gli stessi interventi risultavano avvenuti in regime di intramoenia e dunque pagati una seconda volta anche dalla Asl Napoli 2. Per questo motivo il gip ha disposto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili di Villa del Sole per più di 716.000 euro e del primario 14.000 euro. Tra le persone convinte a farsi operare a pagamento c’è una donna di 78 anni che aveva una frattura scomposta del femore. Era stata lasciata per giorni senza neppure metterle la gamba in trazione; le fu detto che prima di dieci o quindici giorni la situazione non sarebbe cambiata e l’anziana, pur di farsi operare, chiese un prestito al fratello. Una vicenda, quella venuta alla luce grazie all’inchiesta, che ha indotto il ministro della Salute, Renato Balduzzi, a dichiarare: ”L’operazione di Napoli è emblematica perchè ha permesso di far luce su una rete preoccupante di medici, paramedici e amministratori sanitari e assicurare alla giustizia professionisti che hanno inquinato le relazione tra medico e paziente”. ”La Regione – aggiunga il governatore campano Stefano Caldoro – sostiene la legalita’ e la trasparenza”.
Tra i complici di Paolo Jannelli i pm hanno individuato il fratello gemello Gabriele, a sua volta socio della clinica, e l’amministratore della casa di cura, Marco Von Arx, per i quali il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Per altre dieci persone, tra cui nove medici accusati di truffa col sistema dell’intramoenia, sono stati invece disposti il divieto di dimora nel Comune di Napoli o la presentazione alla polizia giudiziaria. Tra questi ultimi figura anche l’ortopedico Gennaro Devoto, ex sindaco di Pozzuoli. Il dirottamento dei pazienti dall’ospedale Cardarelli alla clinica Villa del Sole non è l’unico fenomeno di malcostume accertato dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e dal Nucleo antisofisticazioni e sanit… dei carabinieri. Ci sono, per esempio, decine di interventi di chirurgia plastica, non rimborsabili dal servizio sanitario nazionale, fatti passare per interventi vitali e dunque rimborsati. Grazie alle intercettazioni telefoniche è stato accertato, inoltre, che il primario, pur risultando in servizio, spesso si assentava: era in clinica, a casa o addirittura in Thailandia.
Sempre le intercettazioni hanno consentito di ricostruire in diretta il caso di un paziente obeso, morto nel gennaio del 2009 mentre veniva sottoposto a un intervento di by-pass gastrico in anestesia totale. Era un caso particolarmente difficile, secondo i periti nominati dalla Procura, e l’operazione andava compiuta in un ospedale qualificato, dotato di strutture e di specialisti in grado di gestire una probabile emergenza. Invece il malcapitato fu convinto a farsi operare in clinica e mentre era in corso l’intervento mor per un arresto cardiaco dovuto a mancata ventilazione, provocata da un’intubazione sbagliata.
A quel punto, probabilmente per non rovinare il buon nome della clinica, venne attuata quella che il gip definisce “una vera e propria messa in scena”: il cadavere fu portato via in ambulanza davanti ai parenti, facendo loro credere che il paziente fosse vivo benché in grave crisi respiratoria. Fu detto loro che il giovane veniva trasferito al policlinico per essere rianimato: la responsabile del reparto, collaboratrice della clinica, aveva dato il suo assenso. Di l a poco, parlando al telefono con l’amministratore di Villa del Sole, il dottor Gabriele Iannelli disse: “Truoveme ‘e cart, verimmo bbuono ‘e cazzi nuosti”. Un invito, secondo l’accusa, a falsificare la cartella clinica e a salvaguardare gli interessi della casa di cura.