“Quer pasticciaccio brutto de la strada provinciale 335”. Se non ci fossero in ballo centinaia di ricorsi (vinti), migliaia di multe (illegittime) e decine di milioni di euro ci sarebbe da ridere mutuando il titolo del celebre romanzo di Gadda. Purtroppo per i cittadini il pasticciaccio compiuto dal sindaco di Marcianise Antonello Velardi e dal presidente della Provincia di Caserta Giorgio Magliocca è di quelli che invece fanno venire da piangere. Con l’installazione del famigerato tutor sul tratto della Sp 335 che ricade sul territorio marcianisano Velardi fece un casino sia sotto il profilo amministrativo che contabile. Dal canto suo Magliocca, restando a guardare, ha palesato l’incapacità politica della sua maggioranza. Partiamo dal primo capitolo di un libro composto da pagine imbrattate da grossolani errori e gravi colpe. Tutto nasce dalla scellerata decisione di Velardi e company, adottata durante il primo mandato, di far collocare un rilevatore di velocità sulla strada provinciale 335. Il limite di velocità stabilito era da traffico cittadino, a fronte di un’arteria che consentiva una percorrenza media non sostenuta ma nemmeno a passo di lumaca.
Da quel provvedimento scaturirono contravvenzioni a cascata e ricorsi contro le multe comminate Alla fine il tutor fu rimosso dal commissario prefettizio. La la scelta di Velardi scatenò un effetto domino inarrestabile. Chi contestò i verbali, con tanto di spese legali, non è stato costretto a pagare le multe salate. I poveri automobilisti che non presentarono ricorso hanno sborsato ingenti gruzzoletti di denaro. Tirando le somme il Comune di Marcianise ha incassato indebitamente quasi 3,4 milioni di euro su un totale di 16.192.642 milioni (leggi la nota in basso). Il secondo capitolo di “Quer pasticciaccio brutto de la strada provinciale 335” lo ha scritto la Provincia di Caserta che autorizzò l’installazione del tutor senza verificare se fosse conforme alle norme previste dal codice stradale. Il terzo capitolo del guazzabuglio è frutto dell’opera congiunta del Comune di Marcianise e dell’Ente presieduto da Magliocca. E riguarda la questione strettamente contabile. Che poi è il nodo cruciale attorno a quale ruota tutta la vicenda.
Un punto decisivo su cui si è focalizzata l’attenzione dei due consiglieri provinciali Alessandro Landolfi e Salvatore Lettera, che formano il gruppo Pd. I due esponenti dem hanno interrogato Magliocca, chiedendo risposta scritta, per conoscere se “Il Comune di Marcianise ha comunicato alla provincia di Caserta l’ammontare dei proventi derivanti dal predetto sistema di rilevamento della velocità”. Inoltre hanno chiesto chiarimenti sulle somme attribuite e versate (sono state versate?) alla Provincia di Caserta. E se l’Ente nel proprio Bilancio ha disposto un capitolo specifico in entrata per dette somme. Eppure, come fanno giustamente notare Landolfi e Lettera, nell’interrogazione: “i proventi delle sanzioni derivanti dall’accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità, attraverso l’impiego di apparecchi o di sistemi di rilevamento della velocità, sono attribuiti, in misura pari al 50 per cento ciascuno, all’ente proprietario della strada su cui è stato effettuato l’accertamento o agli enti che esercitano le relative funzioni e all’ente da cui dipende l’organo accertatore”.
E quindi, sottolineano Landolfi e Lettera, “il 50 % dei proventi derivanti dalla violazione dei limiti di velocità accertati dal Comune di Marcianise sulla strada di proprietà provinciale SP335 devono essere attribuiti e corrisposti alla Provincia di Caserta”. Praticamente su 3,4 milioni di euro incassati dall’amministrazione Velardi la metà doveva essere versata nelle casse provinciali. Anche per questo il gruppo Pd ha già chiesto che qualora non sia stato fatto (già possiamo dire che non si è fatto) si debba “diffidare il Comune di Marcianise di adottare le opportune azioni per il recupero delle somme in questione e informare di quanto accaduto la sezione controllo della Corte dei Conti”. Insomma, siamo davvero di fronte a un pastrocchio tecnico-amministrativo di cui sono responsabili in prima battuta Velardi e a seguire Magliocca. Quest’ultimo infatti avrebbe dovuto tenere gli occhi ben aperti rispetto al mancato introito di 1,7 milioni di euro alla luce delle casse in rosso della Provincia. Invece è stato inerte. Non ha preteso il versamento dei fondi, come dimostrerebbe il mancato appostamento nel bilancio provinciale di un apposito capitolo in entrata.
Del resto, in questi anni, l’operato di Magliocca è stato più improntato sull’apparenza, con una “copertura mediatica” di quasi tutta la stampa, che sulla sostanza. Ma sui numeri c’è poco da fare discettazioni filosofiche. Sono impietosi. E, qualora Landolfi e Lettera avessero ragione (dalle carte così sembra), se Magliocca è stato colpevolmente distratto, il sindaco di Marcianise Velardi ha compiuto l’ennesimo obbrobrio politico e amministrativo. Chi ne pagherà le spese? I cittadini. Come sempre.
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