“Il potere logora chi non ce l’ha”. Uno dei più celebri aforismi attribuiti a Giulio Andreotti, ma che in realtà fu partorito da Talleyrand-Perigord, primo principe di Benevento e politico francese, non si addice affatto a Carlo Marino. Il primo cittadino di Caserta è stato via via logorato dalla carica istituzionale la cui durata volge al termine. In 5 anni di gestione amministrativa l’esponente del Pd ha deluso le aspettative di gran parte dei suoi elettori e più in generale della collettività. E se ad inizio mandato qualcosa si è intravisto nella seconda metà del quinquennio sindacale si è assistito all’incedere claudicante di una maggioranza tenuta in piedi con lo scotch. Un tirare a campare, questo sì di andreottiana memoria, ritenuto pur meglio del tirare le cuoia. Un segnale del logoramento di Marino arriva dall’ordinanza sulla sospensione delle scuole per il maltempo previsto oggi. Il sindaco ha firmato un provvedimento nel quale, citiamo testualmente, ordina “la sospensione delle attività didattiche in presenza” e “consente quelle a distanza”. In altre parole il numero uno di Palazzo Castropignano, oltre alla fascia tricolore, ha indossato anche quella di provveditore e di ministro dell’Istruzione. Un po’ troppo per uno che, come detto, da sindaco ha fatto poco o nulla. Come si spiega allora l’ordinanza di Marino? Ignoranza? No. È uno stimato avvocato, peraltro specializzato in diritto amministrativo.

Il perimetro della questione è molto più ampio. Riguarda il ruolo della scuola ai tempi del Covid. E più in generale il futuro dell’istruzione in Italia. Quella “sospensione delle attività didattiche in presenza” con il corollario del “resta consentita quella a distanza” è la fotografia impietosa di come anche le massime istituzioni del Belpaese (forse inconsciamente) equiparino la chiusura degli istituti scolastici con la Dad. Un deficit culturale gravissimo. Insegnare e istruirsi a distanza non sono le scampagnate del Carnevale. Dalla pandemia avremmo dovuto imparare almeno una lezione: spingere sulle nuove tecnologie per creare un sistema integrativo in tutti i settori della società, da quello scolastico a quello sanitario. Certo, la scuola in presenza è una priorità. Ma la Ddi (Didattica digitale integrata) non può essere considerata un optional, o peggio ancora una perdita di tempo. Un esempio. Quando era docente universitario e prima di far parte della Consulta il neo ministro alla Giustizia Marta Cartabia ha tenuto alla Bocconi un corso online in inglese di Costitutional justice. Risultato? “Erano tutti motivatissimi e partecipativi e nonostante la didattica a distanza rispondevano benissimo”, ha poi dichiarato l’ex presidente della Corte costituzionale. Vallo a spiegare ai sindaci.

Carlo Marino

Poi c’è l’altro punto di debolezza della classe dirigente locale. Il livello politico-amministrativo si è notevolmente abbassato. Siamo al sottosuolo. E si continua a scavare. Non a caso, di fronte alla legittima levata di scudi dei sindacati di categoria, Marino ha immediatamente brandito la bandiera della demagogia.  “I sindacati vogliono che gli insegnanti, visto il maltempo, non vadano e non facciano la Dad?”. E ancora: “I sindacati possono contestarmi, ma devono parlare con i dirigenti, io ho consentito, non ordinato: infatti è il dirigente scolastico che ordina”. Egregio sindaco di Caserta, abbia il coraggio di dire ciò che pensa. Secondo lei le organizzazioni sindacali, aggirando le norme, avrebbero avuto come unico intento quello di non far lavorare i docenti? Beh, questa storia degli insegnanti fannulloni è davvero indigesta. Per carità, c’è chi lavora con più entusiasmo e chi è meno all’altezza del compito. Non vale anche per i sindaci? Ci sono quelli capaci e quelli fallimentari. Marino rientra più nella seconda categoria. C’è di più. E arriviamo al merito normativo. Come fanno giustamente rilevare i sindacati “nessuna norma, né alcun contratto, prevedono il ricorso alla didattica a distanza legato alla sospensione delle attività didattiche per maltempo”. Si può ricorrere alla Dad solo ed esclusivamente per contenere i contagi da Covid. Inoltre è pleonastico rimarcare che non esiste norma o contratto che attribuisca ai sindaci poteri sostitutivi nell’organizzazione delle attività didattiche.

Detta senza fronzoli, Marino non può e non deve consentire un bel nulla, a differenza di quanto va blaterando. Caro sindaco, è la legge. Se ne faccia una ragione. E soprattutto per una volta impari a rispettarla.

IL COMUNICATO UNITARIO DEI SINDACATI

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