Che di questi tempi un’amministrazione comunale eroghi fondi pubblici alla Chiesa è di per sé opinabile. Con la crisi che morde a causa del Covid sarebbe il caso che la politica si occupasse delle persone e non delle anime. La Curia dispone di ingenti risorse per il restauro dei luoghi di culto. Molte famiglie non arrivano nemmeno alla fine del mese. Per di più l’ennesimo stanziamento di denaro dei contribuenti a favore della parrocchia di San Cesario Martire di Cesa, fortemente voluto dal sindaco Pd Enzo Guida, è avvolto da un cono d’ombra. Ricostruiamo la vicenda. Il 29 dicembre 2020 la giunta approva la delibera n. 222 (link in basso). Presenti tutti i componenti dell’esecutivo. Non si sa mai. Potrebbe fare curriculum per l’accesso al Paradiso. Insomma, per precauzione, sindaco e assessori accettano la scommessa di Pascal (si consiglia ai diplomati di Ragioneria un bignami di filosofia). Cosa decide la giunta? Di fare un costoso regalo di Natale alla parrocchia. Il Comune infatti elargisce ben 25mila euro per lavori di manutenzione straordinaria. Non è poco in un periodo in cui gli enti locali non se la passano per nulla bene sotto il profilo finanziario (basta guardare la pressione tributaria). Il via libera allo stanziamento di fondi fa seguito ad una richiesta del parroco Giuseppe Schiavone, che “con lettera del 28.12.2020 – si legge nella delibera – ha richiesto al Comune un contributo economico per far fronte alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria che ammontano a circa 80mila euro, così come prospettato nel computo metrico allegato alla richiesta”.
Prima stranezza. Don Schiavone chiede il contributo il 28 dicembre scorso e l’esecutivo glielo concede il giorno successivo (29 dicembre). Cotto e mangiato. Secondo punto poco chiaro. Cosa è riportato nella lettera di accompagnamento del parroco, assunta al protocollo n. 9852, alla quale si fa riferimento nel corpo della delibera? Dopo una verifica sull’albo pretorio del Comune di Cesa non siamo stati in grado di trovarne traccia. Il codice sulla trasparenza non lascia spazio a dispute interpretative. In merito ai contributi pubblici l’ente è tenuto a fornire la massima pubblicità possibile. Di trasparente nel caso di specie sembrerebbe esserci ben poco. I buchi neri non finiscono qua. Pubblichiamo il computo metrico (link in basso) nel quale vengono elencati nel dettaglio tutti gli interventi che la parrocchia dovrà effettuare, per un totale di 65mila euro, Iva esclusa. L’intestazione del foglio reca la scritta “Comune di Cesa”. Com’è possibile? Spetta a chi chiede il contributo la redazione del computo. Forse ci sarà stato un errore. Invece di intestarlo “Al Comune di Cesa” è stato semplicemente scritto “Comune di Cesa”. Ipotesi verosimile anche perché non si tratta di carta intestata dell’ente. In ogni caso, sarebbero graditi chiarimenti. L’aspetto che colora di nero la delibera di giunta è un altro. Ed è cruciale nella collocazione del provvedimento nell’alveo della legittimità o meno. Agli atti del Comune c’è la Segnalazione certificata di inizio attività presentata dalla parrocchia? In caso contrario ci troveremmo di fronte a un pastrocchio amministrativo di proporzioni bibliche, per restare in tema di religione. In assenza della Scia infatti i fondi non potevano essere erogati. Il contributo trova giuridicamente la sua ragion d’essere nei lavori edilizi da realizzare. E se, caso mai, si trattasse di opere non conformi al Prg?
Il rosario dei dubbi è lungo. La procedura della delibera è stata istruita soltanto dall’area amministrativa. Perché non figura il settore tecnico? È almeno in parte competente in materia, o no? Non solo. E se le opere, per un motivo o per un altro, non venissero mai effettuate? Immaginate la scena. Il sindaco Guida va a parlare con il parroco e gli dice: “Don Peppi’, ci devi ridare indietro i soldi”. Apriti cielo, è il caso di dire. Siamo certi che il prelato prenderebbe sotto braccio il primo cittadino e gli indicherebbe la navata centrale della chiesa: “La vedi la porta, è bella grande, vai con Dio, fratello”. Visto che c’è di mezzo un luogo sacro, facciamo conto che Guida sia stato “uniti dal Signore”. Ha elargito il contributo di 25mila euro con la certezza che tutto filerà liscio. A lavori ultimati bisognerà che la parrocchia rendiconti fino all’ultimo euro. Fatture alla mano, entrate e uscite, voce per voce. Da qui non si scappa. Funziona così quando si percepiscono soldi pubblici, cioè dei cittadini.
Siamo certi che il sindaco Guida, a chiacchiere, abbia già tutte le risposte pronte. Se con i fatti dimostra che anche le carte sono in regola, stiamo a posto. Da atei impenitenti, come direbbe Odifreddi, nutriamo forti dubbi. Amen.