Fatte le debite proporzioni, il 7 maggio per il Consorzio Idrico Terra di Lavoro può diventare una data storica come il 5 maggio per Napoleone Bonaparte. Il presidente dell’ente strumentale Giancarlo L’Arco ha convocato l’assemblea per deliberare su due punti cruciali per il futuro di un carrozzone indebitato fino al collo (clicca qui). All’ordine del giorno la modifica dello statuto e l’approvazione del bilancio di previsione 2021 e di quello triennale 2021/2023 con annesso piano programmatico. Dei conti in rosso dell’Idrico abbiamo già parlato in parte nella prima puntata e ci torneremo in futuro, oggi anche noi ci atteniamo all’odg (clicca qui). Prima questione: modifica dello statuto consortile ai sensi dell’art. 6 dello stesso. Su questo argomento già lo scorso febbraio, in seguito alla convocazione dell’assemblea, poi rinviata, avevano alzato la voce Giuseppe Oliviero, Erasmo Fava, Salvatore Martiello e Ermanno Masiello, rispettivamente sindaci di Portico di Caserta, Falciano del Massico, Sparanise e Raviscanina (clicca qui). Testo unico degli enti locali alla mano, i quattro primi cittadini hanno rimarcato che “lo statuto e le sue modifiche vanno approvati dai consigli comunali consorziati e non dall’assemblea consortile”. Non solo. L’articolo 6, che fu emendato nel 2018, risulta illegittimo in quanto “non approvato dagli organismi consiliari dei comuni”. Alla contestazione tecnico-giuridica dei sindaci ha controbattuto il capo del cda Pasquale Di Biasio, neo sostenitore del consigliere regionale Giovanni Zannini. Il domunis del Terra di Lavoro ha utilizzato come scudo un parere pro veritate, per così dire, “sui generis” perché non tiene conto del Testo unico degli enti locali. Lo ha fatto giustamente rilevare in una missiva, con una buona dose di sarcasmo, il primo cittadino di Portico, fratello del presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero (clicca qui).

Giuseppe Oliviero

“Diversamente si consiglia di modificare lo statuto del CITL all’art. 1 eliminando il riferimento all’articolo 31 del TUEL ed affermando che il CITL è un consorzio costituito ai sensi del parere pro-veritate”. Il sindaco, che ha preso per i fondelli i vertici del Consorzio anche per il refuso nella convocazione dell’assemblea (Modifica Statuto consortil), ha inviato il documento al prefetto di Caserta, alla giunta regionale, all’Ente idrico campano e all’Ambito 5, oltre che all’assemblea del Consorzio e ai primi cittadini che ne fano parte. “In relazione all’attuale convocazione (quella del prossimo 7 maggio, ndr), – precisa Oliviero – si prende atto con stupore che il presidente è riuscito ad acquisire un “parere pro-veritate” dal quale emergerebbe “chiara la competenza dell’Assemblea… nel decidere sull’ordine del giorno in discussione, trattandosi evidentemente di un parere che non tiene conto di quanto stabilito dal comma 2 dell’art. 31 del Tuel”. Per suffragare i suoi rilievi il primo cittadino di Portico fa presente che basta dare un’occhiata allo statuto dell’Ente di Ambito Terra di Lavoro per rendersi conto che all’assemblea spetta la potestà di deliberare le proposte delle modificazioni ma non di approvarle. E in effetti, trattandosi di un consorzio di Comuni, le modifiche statutarie dovrebbero, anzi devono, ricevere il via libera dei civici consessi degli enti che costituiscono l’Idrico. Non fosse altro perché lo prevede la legge. Che poi Consorzio che vai, legge che trovi è un altro discorso.     

(continua…)

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