Nell’antico calendario romano il nome del mese di maggio (maius) fu scelto in onore della divinità latina Maia, la dea dell’abbondanza e della fertilità. Denominazione più che mai azzeccata per la politica di Sant’Arpino. In autunno il Comune tornerà al voto. E i prossimi giorni saranno, per forza di cosa, ricchi di sviluppi decisivi sul piano delle alleanze e degli schieramenti in campo. Da un po’ di tempo il centro di gravità permanente, per dirla con Battiato, è la trattativa tra l’attuale maggioranza consiliare e il cosiddetto Terzo polo. Com’è lo stato dell’arte? Il tavolo di confronto è aperto. Ma non è decollato. Resta però in piedi. Due i punti cruciali. Il primo: l’accordo sulla piattaforma programmatica. Il secondo: il nome sul leader del raggruppamento. Sui contenuti trovare un’intesa è, come si sa, molto più facile. In una città di circa 15mila abitanti non servono politologi di spessore internazionale per fissare le priorità. Al netto delle frasi di circostanza, che appartengono alla liturgia preelettorale, il vero nodo gordiano da sciogliere è rappresentato dal candidato sindaco. Non a caso sul nome del capitano nessuno dei due gruppi ha una posizione univoca. All’interno della maggioranza cresce la consapevolezza che Giuseppe Dell’Aversana sia poco appealing. Lo scenario delle amministrative del 2016 è completamente mutato. Il primo cittadino ha perso consenso. Stando al sentiment popolare è considerato il colpevole numero uno dei fallimenti dell’amministrazione rispetto alle promesse fatte in campagna elettorale. Sul terreno politico nella coalizione c’è stato l’ammutinamento di Mimmo Iovinella, Speranza Belardo e Maria Rosaria Coppola, sostituiti da Elpidio Maisto e Pina Dreia, quest’ultima impalpabile come un fuoco fatuo.
Lo stesso Dell’Aversana starebbe considerando l’ipotesi di fare un passo indietro per dare la stura alla trattativa con il Terzo polo. Loredana Di Monte, Ernesto Di Serio, Gennaro Capasso e Ivana Tinto, che saranno ricordati nella storia amministrativa locale solo per essere fedelissimi del sindaco, hanno indossato i panni di Silvan per cacciare dal cilindro, in caso di ritirata di Dell’Aversana, un altro storico componente del suo entourage. Chi è? Un volto noto: Elpidio Iorio. Il direttore di Pulcinellamente finge di non essere interessato ma sotto sotto cova l’ambizione di mettere le mani sulla fascia tricolore. Sogno destinato a non avverarsi perché sul nome di Iorio ci sarebbe il niet degli assessori Salvatore Lettera e Caterina Tizzano. Quest’ultima, giustamente, si considera l’erede naturale di Dell’Aversana. Anche nell’ambito del Terzo polo è in atto il confronto sulla strategia da seguire in questo mese determinante per le future alleanze. Tra stasera e domani è previsto un vertice. Progetto per Sant’Arpino, Liberamente e Noi Donne hanno già trovato l’intesa sul candidato sindaco. Sarà il consigliere d’opposizione Iolanda Boerio, espressione di Noi Donne e Liberamente. Mossa tattica, in verità. Fare uscire il suo nome durante il clou della partita delle trattative è il modo migliore per “bruciarlo”. L’unica a non accorgersene è la diretta interessata. Il vero piano di Progetto per Sant’Arpino non è “imporre” la leadership dello schieramento. Ma arrivare al novantesimo sull’1-1.
Il ragionamento è tanto semplice quanto pragmatico: la maggioranza ha il proprio candidato sindaco (poi si vede è Dell’Aversana), il Terzo polo ne ha messo in campo un altro. Patta e pari. E giochi aperti per dialogare su una terza opzione. Come detto anche all’interno dei centristi ci sono posizioni variegate. Andrea Guida e Alessandro Sala continuano a preferire un accordo con il sindaco in carica. Aperto a un ventaglio di ipotesi più ampio è Angelo Lettera. Per “raison d’Etat” il cardinale Richelieu della politica locale, portavoce di Progetto per Sant’Arpino assieme a Imma Quattromani e Aldo Zullo, pur non ponendo veti pregiudiziali a Dell’Aversana o a un esponente della maggioranza, punta a trovare la quadra sul piano programmatico per poi ragionare sui nomi, anche perché vuole salvaguardare la compattezza del Terzo polo per aver più voce in capitolo al tavolo della trattativa, soprattutto alla luce degli spifferi che soffiano nell’amministrazione comunale. In questa fase i tatticismi prevalgono. Ma al mercato dell’est, direbbe Branduardi, mio padre un topolino comprò. E quindi per evitare che venga il gatto che mangi il topo tutti restano in trincea per mantenere la posizione. Alla finestra c’è Eugenio Di Santo. Il candidato sindaco è in stand-by. Attende le mosse degli avversari. Una corsa a due, con maggioranza e Terzo polo uniti, sarebbe molto diversa da una a tre. Ma l’ex primo cittadino spera di massimizzare il malcontento popolare e diventare il cane che morse il gatto che mangiò il topo che al mercato…