Durante la notte a cavallo tra l’antivigilia e la Vigilia di Natale a Napoli è tradizione andare al mercato del pesce per scegliere le prelibatezze del mare che verranno cucinate la sera del 24 dicembre. Così, nel cuore pulsante di Napoli, la Pignasecca diventa un teatro a cielo aperto, che ritorna dopo un anno segnato tremendamente dal Covid. Eppure la pandemia non ha fermato, dopo 365 giorni, la tradizione e la voglia del tipico menù di pesce sulle tavole partenopee dell Vigilia. In molti si sono recati tra i luccicanti banchi del popoloso quartiere napoletano, sebbene non si sia verificata la grande folla di un tempo. Tra il via vai di persone che si affacciano sul bancone della pescheria, è stato avvistato anche l’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia. La sua visita tra le vie del quartiere si è svolta volutamente in incognito: passeggiava in borghese e si confondeva tra i passanti. Un mite prete di strada, vicino agli ultimi e alle persone comuni, don Mimmo. Chissà come sarà la sua tavola nel giorno della Vigilia. In quella di molte case di Napoli vi saranno certamente alcuni piatti immancabili. «Si inizia con lo spaghetto e vongole – cucinato rigorosamente con vongole veraci – mentre per secondo il capitone, il baccalà, e i calamari ripieni al forno», così spiega una giovane coppia incontrata al mercato.
Ma tra i notturni partenopei in cerca di freschissime bontà c’è anche chi preferisce dare spazio alla fantasia e seguire il proprio gusto: «Si parte con gli antipasti, per poi passare alle linguine con i frutti di mare o con l’astice. Insomma con quello che si vuole», così racconta una signora mentre fa la spesa alimentare. Poi aggiunge: «Le anguille, i broccoli all’insalata il baccalà fritto, l’insalata di rinforzo». Come viene preparato degnamente il capitone? Ecco svelata una ricetta: «Lo faccio in due modi: fritto, ma anche con un po’ di pomodorino e una foglia di alloro. Però il segreto è cucinarlo con i pomodorini del piennolo, perché così il sugo è più tirato, non risulta annacquato. Mentre il baccalà rigorosamente fritto oppure condito all’insalata con olive bianche». Insomma – tiene a precisare – che è davvero una questione di gusti.Invece se si vuole rispettare alla lettera l’antica tradizione napoletana, Ciro Gagliotta, figlio del titolare della Pescheria Azzurra, spiega che come primo regna lo spaghetto e vongole, oppure all’astice, mentre per il secondo, in sostituzione al baccalà, al capitone, o al mezzo capitone, si può cucinare la spigola in bianco col limone o il cefalo.