Marì Muscarà lascia il Movimento 5 stelle con un post su Facebook pesante e diretto come una sassata. La consigliera regionale pentastellata in Campania, ieri mattina, ha voluto togliersi i sassolini dalle scarpe riversando nel suo messaggio social quanto si era tenuta dentro negli ultimi tempi: «È stata dura. Durissimo elaborare questo lutto e questa mutilazione. Tormentato il percorso per convincermi che quello che era chiaro a tutti – scrive la consigliera – era ineluttabile e che quella creatura che io stessa avevo fatto nascere e crescere era stata occupata militarmente e si era trasformata in quella Piovra che avremmo dovuto distruggere». Muscarà lamenta che la direzione intrapresa dal gruppo M2050 è ormai lontana dalla sua e da quella del M5s. La consigliera si dice tradita sui temi cari al movimento: l’acqua, l’ambiente, il nuovo modello di sviluppo economico e la cura di tutti quelli che non sarebbero dovuti restare indietro, fino alla «fusione con il Pd che ci ha ridotti all’irrilevanza». Tanti quindi gli errori commessi, secondo la consigliera, che a sua detta non avrebbe dovuto fidarsi «della giovane età di quelli che nel 2018 abbiamo fatto entrare in massa a Roma, certa che la loro inesperienza sarebbe stata colmata dal senso del dovere e che sarebbero cresciuti studiando, confrontandosi. Non è stato così; sono stati sordi a qualsiasi sollecitazione del territorio. Mai risposte puntuali, mai comportamenti cristallini nel rispetto della necessaria e leale collaborazione tra eletti e principalmente nel rispetto dei territori e degli elettori, ai quali io ho stessa ho chiesto il voto per loro. Ormai portavoce solo della propria voce, ingabbiati in un mondo di selfie surreali».
La Muscarà si scaglia poi contro la cancellazione della commissione Terra dei Fuochi, un «silenzio barattato con le poltrone e i ruoli istituzionali». Poi continua sugli sbagli del movimento: «Ho sbagliato a sopportare la mia espulsione dalla commissione trasparenza, cacciata perchè mi sono rifiutata di votare un presidente della Lega o di Forza Italia, con il voto o con la vigliaccata della astensione. Ma adesso abbiamo superato il limite, dalla cancellazione degli stati generali, dopo una farsa durata mesi e mesi, alla imposizione di un capo fantoccio mai iscritto al M5s alla cancellazione di Rousseau alla totale perdita di credibilità di Grillo, primo traditore alla totale sudditanza al Pd alla svendita della mia città con una alleanza chiamata laboratorio che ha fatto eleggere cinque consiglieri transfughi da altri partiti, sconosciuti agli attivisti e di due assessori altrettanto sconosciuti, forse serve una nuova base elettorale a Napoli visto che la precedente è stata asfaltata».
«Ho sbagliato a sopportare fino ad ora questi inganni e queste menzogne nella speranza che sarebbe successo qualcosa. Non succede nulla. Il culo sulla poltrona ha svelato la loro natura di mostri bulimici, che ingannano ogni giorno con le frasi edulcorate e false di una attività risibile orientata solo ad acchiappare qualche like». Tanti quindi gli errori commessi, secondo la consigliera, che a sua detta non avrebbe dovuto fidarsi «della giovane età di quelli che nel 2018 abbiamo fatto entrare in massa a Roma, certa che la loro inesperienza sarebbe stata colmata dal senso del dovere e che sarebbero cresciuti studiando,confrontandosi. Non è stato così; sono stati sordi a qualsiasi sollecitazione del territorio. Mai risposte puntuali, mai comportamenti cristallini nel rispetto della necessaria e leale collaborazione tra eletti e principalmente nel rispetto dei territori e degli elettori, ai quali io ho stessa ho chiesto il voto per loro. Ormai portavoce solo della propria voce, ingabbiati in un mondo di selfie surreali».