Doveva essere una buona occasione per ricordare gli anni dell’infanzia, quelli sereni trascorsi tra amici e parenti in una delle zone più eleganti e signorili della città. Si è trasformato invece in un incubo, un caso destinato a un fascicolo in Procura, con inevitabili ripercussioni sulla vita di tutte le persone coinvolte: è la storia di una ragazza di 29 anni, che ha denunciato di essere stata drogata e violentata in casa di amici, persone che conosceva da tantissimi anni, da quando era una bambina e con cui si era ritrovata a trascorrere le festività natalizie. Un episodio che sarebbe avvenuto durante la notte di capodanno, tra brindisi, auguri, cin cin e speranze di un futuro migliore, che conferma una sorta di deriva a proposito di violenza di genere: non solo Milano, dove in piazza Duomo alcune ragazze hanno subìto violenze a sfondo sessuale, proprio la notte di Capodanno, ma c’è anche un caso a Napoli, sempre nelle stesse ore. Una vicenda che sarebbe accaduta in un appartamento del Vomero, dove la ragazza è stata ospite di alcuni amici di infanzia, per altro legati da rapporti di consolidata frequentazione tra gli stessi gruppi familiari. Lei, residente all’estero, aveva deciso di trascorrere gli ultimi giorni del 2021 a Napoli, accanto a persone di cui si fidava, per poi ritrovarsi in una condizione di assoluto assoggettamento. Sarebbe stata drogata, violentata; qualcuno l’avrebbe resa inerme e costretta a subire abusi, proprio mentre in città esplodeva la voglia di scrollarsi di dosso l’anno vecchio per salutare l’inizio di una stagione nuova. Nel corso della sua denuncia, non si fa esplicito riferimento alla droga dello stupro, ma il sospetto emerge comunque dallo stato di assoggettamento psicofisica in cui la donna si sarebbe venuta a trovare.

Fatto sta che, appena poche ore dopo la presunta violenza, la ragazza non si è persa d’animo. È il due gennaio, quando decide di rivolgersi alle istituzioni italiane. Si è rivolta alla polizia del Vomero ed è stata accompagnata in Procura. Pochi giorni fa, assieme alla madre, si è dunque recata dinanzi ai magistrati che si occupano di reati consumati contro le fasce deboli ed ha sporto una dettagliata denuncia. Negli ultimi giorni sono stati condotti degli esami specifici per acquisire riscontri in merito alle due circostanze che sono state indicate nel corso dell’esposto da parte della 29enne. Due i punti che devono essere messi a fuoco: da un lato la presenza di sostanze tossiche – tipo droga dello stupro – che potrebbe aver annullato la capacità di reazione della vittima (le cui tracce potrebbero essere presenti nel cuoio capelluto della 29enne); dall’altro, la presenza di riscontri in relazione all’ipotesi di violenza sessuale. Due circostanze che sarebbero state comunque ricostruite con una serie di particolari e dettagli che hanno anche indirizzato gli inquirenti su una precisa traccia investigativa. Stando al racconto della presunta parte offesa, ci sarebbe un profilo individuale ben preciso su cui sono ora in corso le indagini. Un uomo, una persona conosciuta durante il suo recente soggiorno partenopeo, che avrebbe organizzato una sorta di trappola a base di sostanze stupefacenti e di atteggiamenti subdoli, poi culminati in un atto di violenza sessuale. Inchiesta condotta da un pool di specialisti del settore. Al lavoro il capo del pool reati contro le fasce deboli, coordinato dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, verifiche in corso. Non è impossibile a questo punto immaginare la strategia che verrà messa in campo dagli inquirenti nelle prossime ore: dopo aver acquisto riscontri sulla eventuale presenza di droga dello stupro o di tracce di violenza fisica, potrebbero scattare delle contromosse nei confronti dell’amico di famiglia, del conoscente di amici dei genitori che – in poche ore – non avrebbe esitato a rivelare la propria vera natura. Tutto da ricostruire, al di là delle prove biologiche, anche il percorso che sarebbe stato compiuto dalla donna, accanto al presunto aggressore: dopo avere cenato e brindato in casa di amici, i due si sarebbero allontanati in automobile, per recarsi – secondo quanto si sta verificando – in un’altra abitazione. Una ricostruzione che ora si avvale del lavoro della polizia, a caccia di immagini ricavate dal sistema di videosorveglianza che copre le principali strade del quartiere Vomero, ma anche di altri potenziali riscontri: come le testimonianze che verranno messe nero su bianco, tra ospiti e conoscenti della notte napoletana della turista 29enne.

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