«Lo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco sarà impegnato nei prossimi mesi a una cospicua salita produttiva prevista per il nuovo modello, vedendo così impegnati sulla nuova vettura un corposo numero di lavoratori e se a questo sommiamo la forte richiesta di mercato della Fiat Panda, potremmo trovarci difronte ad una nuova era, e fra qualche mese potremo seppellire gli ammortizzatori sociali saturando l’organico». È quanto affermano il segretario generale della Fim di Napoli, Biagio Trapani, e il coordinatore Automotive del sindacato, Aniello Guarino, alla vigilia della presentazione del nuovo modello Alfa Romeo Tonale, che sarà prodotto nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco (Napoli). «La Fim-Cisl – hanno aggiunto – è pronta ad affrontare con buone e positive relazioni sindacali anche sfide impegnative con il nuovo gruppo Stellantis, quando queste hanno come obiettivo investimenti, prospettive positive per stabilimenti e occupazione. Domani l’Alfa Romeo Tonale verrà presentata ufficialmente alla stampa e insieme alla Hornet, a marchio Dodge che sarà venduto in Nord America, vedranno il lancio commerciale il 4 giugno 2022. Affrontiamo la una nuova sfida con la certezza che le competenze e le capacità delle maestranze del Gb Vico siano capaci di affrontare la produzione di un segmento più alto che richiede maggiore professionalità. Il sito di Pomigliano rappresenta l’esempio di quanto di buono si può ottenere in termini di produttività e redditività se solo si ha il coraggio di investire». Trapani e Guarino, infine, auspicano che nel nuovo piano industriale del gruppo siano «valorizzati i risultati raggiunti dal Gb Vico», e che sia assegnata una nuova missione produttiva in grado di sostituire in futuro la produzione della Panda «per rendere strutturale la piena occupazione», invitando le istituzioni a fare la propria parte nelle verifiche e negli investimenti per le infrastrutture. «Solo così – concludono i sindacalisti – il Gb. Vico potrà essere la prima fabbrica in Italia che produce auto senza »cassa«, dando così respiro finalmente ai dipendenti di Pomigliano e all’intero indotto che insieme occupano oltre 18000 mila lavoratori».