È in netto calo da almeno due settimane la febbre del Covid in Campania. Alla luce della discesa costante di tutti gli indicatori epidemiologici da lunedì 28 febbraio sarà formalmente in zona bianca. A darne notizia ufficiale è la stessa Regione Campania per voce del presidente Vincenzo De Luca: «È un risultato importante – sottolinea in una nota – che conferma l’efficacia della linea anti-Covid che abbiamo seguito finora. La prudenza e il rigore hanno prodotto il loro risultato. Ci avviamo verso la vita normale. Aprire tutto, ma aprire per sempre: questa è stata la nostra scelta di fondo. Adesso dobbiamo pensare al rilancio pieno delle attività economiche e dobbiamo incentivare da subito la nuova stagione turistica. Nel frattempo e utile mantenere sempre un atteggiamento di grande prudenza per evitare sorprese nel prossimo autunno». Un passaggio che segna anche il graduale ritorno alle attività ospedaliere ordinarie e alla chiusura di molti Covid center. A Napoli l’Ospedale del mare da lunedì sospende le attività della Rianimazione Covid e dal 3 marzo anche quelle di degenza ordinaria del Covid center ospitato nella day surgery. Il personale sanitario, che De Luca ringrazia per aver «consentito alla Campania di reggere meglio di tutte le regioni la sfida contro il virus, facendo sì che, pur avendo migliaia e migliaia di dipendenti in meno, rimanessimo con il numero più basso di cittadini deceduti per il Covid» potrà tornare a presidiare le liste di attesa per le attività mediche e chirurgiche finora sospese. De Luca spinge forte anche sugli screening oncologici rimasti al palo per quasi due anni. Il ritorno della Campania in zona bianca, dal punto di vista delle restrizioni, è un dato poco più che simbolico: l’ultimo baluardo sono le mascherine che a differenza del resto d’Italia sono ancora obbligatorie, anche all’aperto fino a lunedì 28. Per una eventuale proroga dell’obbligo servirebbe un nuovo provvedimento regionale che allo stato De Luca non sembra intenzionato a firmare. Mascherine che, per norma nazionale, anche in Campania dal 1 al 31 marzo dovranno invece essere indossate ancora al chiuso, sui mezzi di trasporto, bus, mezzi pubblici mentre all’aperto si potranno togliere nei casi in cui sia possibile garantire il distanziamento salvo poi utilizzarle quando ci sono affollamenti.
Ma veniamo ai dati epidemiologici: De Luca rivendica il miglior risultato tra le regioni italiane, per il tasso di occupazione delle terapia intensive, tenendo conto che in Campania sono attivi 800 posti di area critica, ossia la metà di quelli della Lombardia e 200 in meno rispetto alla dotazione del Veneto che però ha un milione di residenti in meno. In effetti la Campania al 24 febbraio ha un’incidenza di 570 casi per 100 mila abitanti contro i 620,8 del Veneto e una percentuale di occupazione dei posti letto di area critica del 7% ma qui il Veneto è meglio posizionato con un tasso del 5,3%. Dato che si avvale, appunto, dei 200 posti di Rianimazione in più ricordati da De Luca. Insieme alla Lombardia nell’ultima settimana è proprio la Campania quella che ha fatto registrare il calo maggiore degli indicatori contando negli ultimi 7 giorni 5.400 casi al giorno di media ogni 24 ore mentre erano 6.940 una settimana fa, 9.285 due settimane fa e ben 15.000 un mese fa. In calo anche i decessi: 16 al giorno di media questa settimana contro i 27 di una settimana fa e 35 di due settimane fa. Così le terapie intensive: erano 75 una settimana fa, 78 due settimane fa e 99 quattro settimane fa contro le 54 occupate di ieri. Bene anche i contagi contati ieri: 3.536 casi contro i 4.252 di giovedì, il 9,95% di positivi al tampone contro l’11,3% del giorno prima, 9 decessi e 2.228 attualmente positivi in meno. Con l’attuale trend, nell’arco del prossimo mese, l’intero serbatoio del virus sarà quasi svuotato.