Arriva in Corte di Assise, a Santa Maria Capua Vetere, il processo sull’omicidio di un giovane talento della boxe, ucciso con una coltellata da un ragazzo quasi coetaneo durante la Movida dell’ultimo sabato dell’agosto dello scorso anno, in pieno centro a Caserta. Sul banco degli imputati, alla prima udienza fissata per domani (mercoledì 30 marzo), comparirà Gabriel Ippolito, 20 anni il prossimo luglio, nativo di Maddaloni e residente a Caivano, nel Napoletano accusato del brutale omicidio dell’appena diciottenne Gennaro Leone, di San Marco Evangelista. È l’una del mattino del 28 agosto del 2021 quando dall’ospedale di Caserta arriva la chiamata ai genitori. Gennaro, coinvolto in una rissa, aveva rimediato una coltellata a una coscia ma q quanto pare era arrivato in ospedale cosciente, nonostante le polemiche sul presunto ritardo dell’ambulanza di cui si parlò nei giorni successivi. Nonostante la fiducia dei medici – una speranza purtroppo beffarda – la situazione precipitò dopo appena due ora dall’intervento. Troppo il sangue perso sul selciato di via Vico a Caserta, teatro dell’ennesima rissa della Movida casertana. Il cuore di Gennaro si fermerà per sempre alle tre del mattino. Pugile della categoria medio massimi, una carriera in Nazionale Youth già avviata dalla prima convocazione azzurra, a quanto pare – ed il processo lo stabilità meglio – sarebbe intervenuto per difendere un amico da alcuni aggressori. E uno di loro lo ha ammazzato. Un delitto per futili motivi, si scoprirà successivamente.
L’omicida, già in precedenza minacciato «da un soggetto non meglio identificato» e pronunciando la frase «io ho un coltello, a capa mia nun è bon e non ho paura di accoltellarti», avrebbe colpito due volte il diciottenne Gennaro dopo una discussione tra il fratello e la vittima. Due fendenti sferrati con il coltello che portava all’interno del marsupio e che raggiunsero Gennaro alla gamba destra. Ferite che cagionarono alla vittima una «profonda ferita da punta e taglio alla radice della coscia destra». lacerando l’arteria femorale destra e quindi provocandogli uno «shock acuto emorragico irreversibile» con conseguente «insufficienza cardiocircolatoria acuta». Gabriel fu fermato dai carabinieri nel pomeriggio del giorno successivo. Confesserà davanti all’evidenza di quelle immagini delle telecamere che lo incastrano. Dopo la prima lite Gennaro non si sarebbe allontanato dalla zona e con alcuni amici si sarebbe intrattenuto su una panchina di piazza Correra, cuore della movida. Gabriel però sarebbe tornato alla carica. Non da solo e nè disarmato ma insieme con lui ci sono alcuni amici. Abbattere Gennaro a mani nude era impresa assai difficile ma spunta, vigliaccamente, un coltello. Durante l’interrogatorio si sarebbe contraddetto. Quel che si sa è che i due litigano prima della mezzanotte mentre via Vico, brulica di ragazzini. Fondamentali i filmati acquisiti sia dai negozi della zona che dai cellulari degli amici di Gennaro. La sua morte farà piangere il mondo della boxe e i messaggi di cordoglio non si contano. Il tema della sicurezza tornerà centrale con limitazioni e divieti. Gennaro e Gabriel, vittima e carnefice, erano «bravi ragazzi». Gabriel addirittura organizzava iniziative per la legalità, andava bene a scuola, mai problemi di condotta. Eppure quel bravo ragazzo si è trasformato in un assassino. A rappresentare la parte civile (ovvero i genitori di Gennaro, Bartolomeo e Giuseppina Geniale e il fratello Domenico) c’è l’avvocato Alfredo Plini. A difendere l’imputato, l’avvocato Angelo Raucci.