Dopo tre anni di stop, due dei quali dovuti alla pandemia da Covid-19, torna la processione di maggio che accompagna il miracolo di San Gennaro, il primo dei tre prodigi della liquefazione del sangue del Santo patrono di Napoli attesi ogni anno dai fedeli. La processione, che parte dal Duomo e si snoda nel centro antico lungo le strade di Forcella e dei Decumani fino a raggiungere la Basilica di Santa Chiara, si tiene tradizionalmente il sabato che precede la prima domenica di maggio e quest’anno l’appuntamento cade quindi sabato 30 aprile. Dopo lo stop del 2019 per maltempo, e del 2020 e 2021 per le norme anti Covid, finalmente quest’anno la processione tornerà a svolgersi, anche se con alcune precauzioni e in forma «ridotta». Il corteo, con alla testa l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi nella qualità di presidente della Deputazione di San Gennaro (organismo laico che gestisce la Cappella del Tesoro di San Gennaro e presieduto di diritto dal primo cittadino partenopeo), dovrebbe partire dal Duomo intorno alle 17 per dirigersi direttamente a Santa Chiara, senza quindi il tradizionale passaggio per Forcella. Processione ridotta nel percorso, ma anche nel numero dei partecipanti: le autorità non vi prenderanno parte, attendendo l’arrivo del corteo a Santa Chiara, mentre in processione saranno portati solo il busto e le reliquie di San Gennaro, queste ultime contenenti l’ampolla con il sangue del quale si attende la liquefazione, mentre non saranno trasportati i busti dei Santi compatroni. L’arrivo a Santa Chiara è previsto alle ore 18: sarà solo lì che l’arcivescovo annuncerà ufficialmente l’eventuale avvenuto prodigio ai fedeli con il tradizionale sventolio di un fazzoletto bianco da parte di un membro della Deputazione. La processione di maggio si svolge in ricordo della traslazione delle reliquie del Santo dal cimitero posto nell’agro marciano, nel territorio dell’attuale quartiere di Fuorigrotta, fino alle Catacombe di Capodimonte, poi denominate, per questa ragione, di San Gennaro. La processione è detta anche «degli infrascati» per la consuetudine del clero partecipante di proteggersi dal sole, coprendosi il capo con corone di fiori.

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