Sono da tre giorni di nuovo in sciopero della fame gli allevatori riuniti nel coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino che da mesi protestano contro il piano della Regione Campania di eradicazione di brucellosi e tbc. Una forma di protesta realizzata questa volta direttamente da Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario, cui si stanno affiancando altri allevatori. Già alcune settimane fa gli allevatori del coordinamento – sono tutti casertani quelli che protestano – avevano scelto lo sciopero della fame come forma di mobilitazione e di pressione verso la Regione, affinchè modificasse il piano, varato appena nel marzo scorso, nel senso da loro richiesto, ovvero di rendere effettive le previsioni della vaccinazione e dell’autocontrollo dei capi. «Così come sono state scritte dalla Regione – dice Fabbris – è impossibile applicare queste norme, per cui tanto la vaccinazione quanto l’autocontrollo restano lettera morta. Gli allevatori vogliono che l’autocontrollo sia reale, per cui ogni allevatore dovrebbe farlo grazie ad un proprio veterinario per poi lasciare all’Asl i controlli successivi. Inoltre non vogliamo essere obbligati a rivolgerci per le analisi all’istituto zooprofilattico di Portici». Altro punto del piano regionale contestato dagli allevatori è quello per cui è possibile somministrare il vaccino solo alle bufale facenti parte di allevamenti indenni, dove dunque non c’è alcun caso sospetto di brucellosi o tbc; una prescrizione che rende di fatto inapplicabile la vaccinazione visto che nei quattro comuni casertani cluster (Castel Volturno, Grazzanise, Santa Maria la Fossa e Cancello e Arnone), gli allevamenti indenni sono davvero pochi. Con il nuovo sciopero della fame, gli allevatori chiedono anche un incontro urgente con i ministri della Salute Roberto Speranza e dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, e ribadiscono la richiesta al Governatore della Campania Vincenzo De Luca di aprire e coordinare in prima persona un tavolo sulla vertenza e di sospendere il piano regionale. Altro obiettivo della mobilitazione è di sostenere ed estendere la campagna di informazione nazionale e internazionale dal titolo «Ti piace la mozzarella? Allora salviamo le bufale!»; una campagna accompagnata da due petizioni, ovvero quella da inviare al Presidente della Repubblica Mattarella e quella che verrà lanciata in sei lingue diverse e che chiede all’Europa di intervenire urgentemente. La protesta degli allevatori si è sviluppata in questi mesi anche attraverso cortei di trattori in città e lungo l’autostrada, presidi fissi e mobili.

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