«Credo che in ogni caso si debbano fare i referendum, non sarà una tappa risolutiva ovviamente perché sappiamo che sono referendum abrogativi, ma credo che ci siano gravissimi ritardi e gravissime responsabilità da parte di tutte le forze politiche». Così il governatore campano Vincenzo De Luca sulla tornata referendaria per la giustizia del 12 giugno. Per De Luca «la riforma della giustizia andava fatta anni prima, e continuiamo a registrare ritardi enormi, perfino su cose banali come la riforma dell’abuso in atto d’ufficio, cioè una parte della legge Severino, continuiamo a balbettare. Non è possibile, quindi occorre una svolta radicale». Per quanto riguarda la vicenda delle ragazze ferite con l’acido, De Luca sottolinea: «Cerchiamo di fare quello che è nelle nostre possibilità, partiamo dalla scuola per cambiare il mondo. Noi andiamo avanti con il progetto Scuola Viva per il prossimo quadriennio con 100 milioni investiti dalla Regione, per tenere aperte 500 scuole anche di pomeriggio e di sera, per consentire alle ragazze e ai ragazzi di fare stage formativi, laboratori teatrali e musicali, di ceramica. Li teniamo impegnati ma soprattutto trasmettiamo valori positivi». De Luca inquadra l’iniziativa alla luce dell’escalation di notizie di violenza giovanile a Napoli: «Abbiamo notizie di cronaca che ci arrivano ormai quotidianamente che sono drammatiche. Credo che questo da parte nostra sia il contributo maggiore che possiamo dare per contrastare il dilagare anche della violenza nel mondo giovanile». De Luca ha sottolineato: «Il nostro rapporto con la scuola passa anche per il rispetto per insegnanti e direttori. In Italia è scomparsa l’autorità, è difficile avere rapporti nelle scuole e con le famiglie. A volte succede che un richiamo a una ragazza per un abbigliamento inappropriato diventi uno scandalo. Ricordo che ci sono Paesi nel mondo in cui si va a scuola in divisa, come in Gran Bretagna, oltre che Giappone e Corea. Da quelle parti ci si presenta a scuola rispettando la dignità».