La crisi come opportunità di crescita per migliorare la vita e il territorio circostante. Così il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna, ai fedeli riuniti nella Basilica di Pugliano a Ercolano nella messa mattutina che chiude la novena dell’Assunta, patrona della città degli Scavi. Alla celebrazione eucaristica, cui hanno partecipato il sindaco Ciro Buonajuto e amministratori comunali oltre a numerosi fedeli, il vescovo ha accennato a cinque gravi crisi (politica, economica, energetica, bellica e pandemica) che attanagliano la società invitando a non rassegnarsi ma a reagire. «La crisi la si può vivere con un ottimismo ingenuo, fatto di false speranze, come lo slogan coniato due anni fa ‘andrà tutto bene’. Vi è un secondo modo ed è la rassegnazione e il pessimismo di chi dice ‘Ma dove stiamo andando? chissà che ci aspetta?’ No, questo non si addice ai cristiani» ha spiegato «C’è un terzo modo per viverla ed è stare dentro la crisi. La parola in greco vuol dire giudizio, capacità di scelta e presenta i suoi lati positivi. Ecco, valorizziamo la crisi come una opportunità di crescita» ha esortato «Usciamone migliori, se possibile, dalle crisi che stiamo vivendo, anche per la nostra città». E qui il discorso ha toccato Ercolano, terra del Vesuvio, delle Ville Vesuviane, del Parco archeologico.

«Mi sento un po’ come un antico abitante dell’Herculaneum di un tempo che ritorna nella città di oggi» ha spiegato Di Donna. «Ercolano ha tante risorse ma potrebbe esprimere molto di più. Basterebbe per esempio che il sindaco, la polizia locale ogni tanto facessero una bella passeggiata per i vicoli di Pugliano e via Trentola o che le forze dell’ordine presidiassero e vigilassero sulle piazze di spaccio della droga. Insomma, basterebbe che quelli che sono preposti alla cosa pubblica rispondessero alle interpellanze dei cittadini. Basterebbe che le strade fossero pulite e i marciapiedi praticabili da portatori di handicap, che i turisti fossero coccolati ed accompagnati perchè il turismo è la nostra risorsa principale» ha detto mentre i fedeli applaudivano a più riprese alle sue parole «Basterebbe che tutti facessero il proprio dovere. Pure voi, cittadini comuni! Occorre che nessuno sia indifferente di fronte al bene comune che viene prima del mio bene personale». Al diffuso senso religioso deve corrispondere una coscienza civica perchè «Essere buoni cristiani e onesti cittadini» va di pari passo. A conclusione della celebrazione eucaristica, il primo cittadino ha preso la parola: «Ercolano sta rinascendo dopo la pandemia. Duemila posti letto che ci sono in città, sono pieni per il 98% durante i giorni di Ferragosto. Tocca a noi rendere questa città accogliente. Abbiamo una realtà straordinaria però dobbiamo sentire il peso di questa responsabilità. Tutti, non solo il sindaco». L’evento religioso si lega a quello civile: ad Ercolano il 14 agosto del 1699 la popolazione si riscattò dal dominio baronale dei feudatari.

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