ll valore della scuola è centrale per la Repubblica. Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha introdotto il discorso per l’inizio dell’anno scolastico. La cerimonia si è svolta oggi pomeriggio nel complesso Curie-Vittorini di Grugliasco (Torino). Mattarella ha concentrato il suo discorso sulla lotta al bullismo, all’abbandono scolastico e alle diseguaglianze. Sul bullismo ha citato il caso di Alessandro, il giovane di Gragnano suicida a 13 anni dopo essere rimasto vittima di minacce da parte dei suoi coetanei. «Un ragazzo pulito, esasperato da angherie, insulti e minacce da parte di suoi coetanei. Una vita spezzata dal bullismo. Fenomeni del genere sono purtroppo diffusi e interrogano non solo il mondo della scuola, ma l’intera società. Esprimo alla famiglia di Alessandro la mia vicinanza. Ma desidero sollecitare una profonda riflessione sui fenomeni del bullismo – e della sua forma telematica, il cyberbullismo – chiedendo un grande impegno per contrastarli con determinazione», ha affermato Mattarella. Sull’abbandono scolastico, il presidente della Repubblica ha sottolineato come, «i numeri sono ancora troppo elevati, inaccettabili per un Paese avanzato come il nostro. Tanti insegnanti si prodigano con passione per ricostruire relazioni con studenti i quali, per vari motivi, finiscono ai margini dei gruppi-classe. Siamo loro riconoscenti per quanto fanno ogni giorno. Impegnarsi per ridurre al minimo l’abbandono scolastico significa anche strappare i giovani da condizioni di marginalità, di sfiducia, da rischi di devianza.La scuola, con il suo innato senso di comunità, è una risposta preziosa a questi problemi, a condizione che non sia lasciata – come purtroppo talvolta accade – da sola. Non possiamo, infatti, pensare di porre soltanto sulle spalle della scuola e degli insegnanti la totale responsabilità dell’educazione dei ragazzi, specie se in famiglia, nel territorio o sui media si respira un’aria di indifferenza o, peggio, si propagano modelli e stili di vita contrari alla solidarietà, all’impegno, alla convivenza». Sulle diseguaglianze Mattarella ha spiegato che, «la possibilità di trovare un’occupazione adeguata è sempre più dipendente dalla condizione economica o dal grado di cultura della famiglia di origine. La nostra Costituzione impone di rimuovere gli ostacoli per garantire a tutti una effettiva uguaglianza. La scuola è per tutti e di tutti. Premiare il merito, valorizzare le eccellenze è criterio di grande importanza, ma questo deve accompagnarsi a percorsi formativi davvero accessibili e le condizioni di sostanziale parità devono essere costantemente ricercate e verificate in presenza di mutamenti sociali così veloci.Si tratta dell’autentico diritto allo studio, che va garantito con politiche attive e lungimiranti nel corso del tempo», ha concluso.
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