Il governo tira il freno a mano sullo stop al bonus diciottenni. Dopo le proteste dell’opposizione e delle associazioni di settore ma anche i forti dubbi espressi da parte di Forza Italia la misura sembra destinata quantomeno a essere riformulata, rimanendo nella sostanza. Non aboliamo la App 18. E’ una fake news”, corregge il tiro il presidente della commissione Cultura e presentatore dell’emendamento in questione Federico Mollicone. Se ci sono proposte migliorative da parte dell’opposizione – aggiunge – bene, ma “forse hanno paura che gli venga cambiato nome. Sarà fatta una nuova Carta – puntualizza – con criteri più trasparenti ed equi”, che “potrebbe essere legata all’Isee”. E lo stesso ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano puntualizza: “va modificata perchè mostra criticità, ma dire che la cancelliamo è falso”. Una frenata arrivata anche a fronte della durissima presa di posizione del Terzo Polo, con Iv che ha lanciato una petizione per raccogliere firme contro la cancellazione della misura. Ma anche Forza Italia è scesa in campo: “Il bonus è valido, va riformulato e vanno mantenute le risorse”, hanno detto i capigruppo di Camera e Senato Ronzulli e Cattaneo. Alla fine, quindi, il bonus in qualche maniera resterà, magari riformulato. Ma al momento, fanno sapere fonti di FdI, è possibile che non sia nemmeno tra gli emendamenti segnalati per un esame prioritario in commissione. Intanto i tremila emendamenti sono scesi a duemila con il vaglio delle ammissibilità ma sono destinati a scendere ancora (intorno a 450) con i segnalati che vanno presentati entro le 15. Ma da FdI arriva comunque un appello all’opposizione a convergere per stringere i tempi: “La maggioranza di centrodestra – sottolinea il capogruppo Tommaso Foti – pur non volendo comprimere i diritti di alcuno, evidenzia come i tempi a disposizione del Parlamento per evitare l’esercizio provvisorio siano estremamente ridotti”.
Le opposizioni manderanno le proprie segnalazioni ma chiedono che quantomeno vengano espressi i pareri del governo su tutti. Una misura sulla quale, nel frattempo, si starebbe lavorando in maniera bipartisan – viene riferito – è quella dell’abolizione di una serie di microtasse, balzelli che costano all’Erario, una misura che era entrata nella delega fiscale del governo Draghi naufragata in Senato poco prima della caduta del governo. Non dovrebbe rientrare, nel frattempo, tra i segnalati di Fratelli d’Italia, la proposta di modifica che prevedeva un congelamento dei processi per le imprese che scelgono la rateizzazione dei debiti dovuti a mancati versamenti fiscali. Forza Italia, che da tempo non nasconde i propri desiderata di modifica su alcune parti della manovra, potrebbe essere accontentata almeno sul fronte delle pensioni minime. Secondo quanto viene riferito, , nonostante il tema delle coperture posto dalla Lega, gli azzurri sarebbero in procinto di spuntarla sull’ulteriore innalzamento a 600 euro. Nessuna novità al momento sulla questione del tetto per l’obbligatorietà dell’accettazione di pagamenti con il Pos. Si dovrebbe decidere in settimana in base alle interlocuzioni con l’Ue. Altro fronte aperto è quello del Supebonus, lunedì è prevista una riunione di maggioranza con i tecnici sull’argomento. “Ci sono tante proposte al vaglio – sottolinea il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani – ma occorre avere il parere di conformità da parte del Ministero dell’ Economia e delle Finanze. C’è la possibilità di rinviare la presentazione della Cilas”, ha aggiunto. L’ipotesi sulla quale si lavora è quella di una riapertura dei termini al 31 dicembre o a 15 giorni dopo la pubblicazione della legge di bilancio. Mentre sullo sblocco dei crediti lo strumento su cui si lavora è quello della compensazione con i modelli F24.