Obiettivo “trasparenza”. Per fermare la corsa dei prezzi di benzina e gasolio, il governo guidato da Giorgia Meloni ha varato ieri sera in consiglio dei ministri un decreto anti-furbetti. Una stretta nei confronti dei molti – a sentire l’esecutivo che ieri si è confrontato con la Guardia di finanza sul punto – che provano a speculare sull’assenza del rinnovo dello sconto sulle accise in vigore nel 2022. Un provvedimento corposo che in prima battuta si sostanzia in un’azione ancora più incisiva della Gdf, specie in quelle aree del Paese in cui sono state riscontrate maggiori criticità, e maggiori poteri per il Garante prezzi che potrà contare anche su una nuova Commissione di allerta rapida. Non solo. Ieri si è deciso anche di prorogare per ulteriori tre mesi (e cioè fino alla fine di marzo 2023) il considetto “bonus benzina”. Ovvero un voucher esentasse dal valore massimo di 200 euro a dipendente, che le aziende possono riconoscere ai propri dipendenti. Il testo prevede anche l’obbligo per i gestori delle pompe di benzina di esporre, accanto al proprio, il prezzo medio nazionale del carburante. Un valore, comunicato giornalmente dal ministero dell’Ambiente, utile agli automobilisti per fare un raffronto istantaneo ed evitare quelle che possono apparire come truffe. A coloro che non rispetteranno queste indicazioni saranno comminate delle sanzioni e, in caso di recidiva, si potrà arrivare alla sospensione dell’attività per un periodo tra i 7 e i 90 giorni. Inoltre nel cdm di ieri, proprio in risposta i dubbi sulla crescita dei prezzi riscontrata nei distributori presenti sulla rete autostradale, i ministri hanno concordato lo studio di una ulteriore norma che andrà a fissare un tetto al prezzo del carburante per queste pompe. Per questo “price cap” però bisognerà aspettare ancora qualche settimana, in primis perché ci si attende una stabilizzazione del prezzo al consumatore e, in secondo luogo, perché – come spiegato da alcuni ministri all’uscita del consiglio – bisogna definire con accuratezza il caso di specie. Nel dettaglio, è considerato “normale” che i costi in autostrada siano lievemente superiori a quelli abituali. Non solo perché si agisce all’interno di un sistema chiuso, ma anche perché si tratta di un servizio che lavora 24 ore su 24.