Due leader della rivolta di Tiananmen del 1989 ed altri dissidenti cinesi hanno chiesto al governo cinese di poter rientrare in Cina. ”Per motivi politici – scrivono In un appello pubblicato oggi dall’associazione Diritti umani in Cina (Hric), Wang Dan, Wu’er Kaixi, Hu Ping, Wang Juntao, Wu Renhua e Xiang Xiaoji – ci viene rifiutato il rinnovo dei passaporti o ci si rifiuta l’ingresso in Cina. In breve siamo stati privati del nostro diritto di tornare nel nostro paese”.

Chiedendo al governo cinese di rinunciare ”alla vecchia pratica di non autorizzare il ritorno dei dissidenti”, si dicono pronti ”a rispettare i principi di apertura e di buona fede” per esaminare con le autorita’ cinesi il modo per ”risolvere concretamente questo problema”. Wang Dan e Wu’er Kaixi sono due delle principali figure del movimento di piazza Tiananmen dove avevano portato avanti uno sciopero della fame prima della violenta repressione da parte dell’esercito. Centinaia, forse migliaia, di persone furono uccise nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 quando il partito comunista invio’ i carri armati per reprimere il movimento per la democrazia che per sette settimane si era ritrovato nella piazza centrale di Pechino. Wang Dan, dopo varie condanne e periodi in carcere, nel 1998 era espatriato negli Stati Uniti. Wu’er Kaixi, della minoranza uighura, era riuscito a fuggire a Hong Kong. Attualmente vive a Taiwan. Hu Ping e’ uno dei principali sostenitori della rivista dissidente ‘Primavera di Pechino’.

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