Da un lato Alessandro Landolfi, Stefano Cioffi, Salvatore Lettera e Ciro Marcigliano. Dall’altro Enzo Guida. In mezzo Susanna Camusso. Il commissario del Pd di Caserta ha chiamato a rapporto i consiglieri provinciali dem per tracciare il percorso del partito nell’ente dell’ex Saint Gobain. I primi quattro hanno ribadito la contrapposizione al presidente della Provincia, il forzista Giorgio Magliocca. Il quinto, sindaco di Cesa, ha invece espresso, per la prima volta con nettezza, la sua volontà di arrivare a un accordo con Magliocca. La Camusso non ha esitato a bocciare la linea del compromesso: “Il Pd è all’opposizione, non può siglare intese con il centrodestra”. Per Guida una doccia fredda. Per chi conosce la senatrice una posizione scontata. È una tosta che non accetta trasversalismi, soprattutto quelli che collocano i dem nel solco dell’ambiguità. “A tutti i livelli gli esponenti del Pd ragionano nel campo del centrosinistra, non c’è spazio per accordi ufficiali e sottobanco con il centrodestra”. Del resto la posizione di Guida è indifendibile e decisamente debolie Il primo cittadino di Cesa ha proposto la collaborazione con Magliocca in nome di un’intesa trasversale alle ultime provinciali. Ma Guida ha dimenticato un aspetto dirimente: il Pd ha partecipato alla competizione per il timone della Provincia con un proprio candidato, il sindaco di Santa Maria Capua Vetere Antonio Mirra. Ed è proprio quello che hanno rinfacciato a Guida gli altri 4 consiglieri dem. “Siamo alternativi a Magliocca perché abbiamo appoggiato un candidato del Pd alla presidenza, dobbiamo stare all’opposizione per essere coerenti”, hanno rimarcato Landolfi, Cioffi, Marcigliano e Lettera. Quest’ultimo si è scagliato lancia in resta contro Guida, reo di aver votato il bilancio in controtendenza rispetto al gruppo democrat che era contro lo strumento contabile della maggioranza che sostiene Magliocca. Lettera non ha risparmiato critiche anche nei confronti di Landolfi, Cioffi e Marcigliano per “la loro poco incisività e per l’assenza di una forte azione di opposizione a Magliocca e company”. Camusso ha preso nota delle carenze politico-amministrative del gruppo dem elencate da Lettera. A un certo punto si è messa le mani nella folta chioma: “Sono sconcertata, il Pd deve cambiare passo in Provincia”. Il primo passo è prendere con forza le distanze dal centrodestra a prescindere dai tornaconti di bottega come quelli espressi senza remore da Guida. Parole testuali del sindaco di Cesa: “Se non mi accordo con Magliocca come faccio ad ottenere i finanziamenti provinciali? Ma che vuol dire? Allora a Roma i parlamentari dovrebbero inciuciare con la Meloni per ottenere qualcosa in cambio? La politica se andrebbe a farsi benedire. Addio maggioranza e opposizione. Mercimonio. E compromesso (anti) storico. Sul caso tessere gonfiate e sulle ripercussioni a carico di Gennaro Oliviero la senatrice Camusso ha giustamente assunto un atteggiamento equidistante: “Sulla platea degli iscritti deciderà Roma, così come sui provvedimenti nei confronti di chi non ha rispettato i valori del partito”. In altre parole, il tesseramento resterà revocato e si avvierà la campagna adesione del 2023. Sul caso Oliviero si pronunceranno i vertici nazionali. La sua dipartita è fissata dopo le comunali del 14 e 15 maggio. Ci sarà il redde rationem. Questo è sicuro. E al presidente del consiglio regionale della Campania sarà presentato il conto. Auf Wiedersehen!

Mario De Michele

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