Ernesto Ferrante, Amelia Bortone, Carmine Alma e Maria Verde tornano alla carica sul Puc. Gli esponenti di Uniti per Cesa hanno protocollato un’istanza di accesso agli atti amministrativi per vederci chiaro su un esposto presentato dall’architetto Alberto Coppola contro un Piano attuativo adottato dalla giunta capitanata dal sindaco Enzo Guida. La richiesta dei consiglieri di opposizione è indirizzata al responsabile dell’area Urbanistica Giacomo Petrarca. “Premesso che – si legge nell’istanza – il Servizio Pianificazione Territoriale-Governo del Territorio e Servizi ai Comuni della Provincia di Caserta ha inviato per Conoscenza al Comune di Cesa la risposta all’esposto ed al suo contenuto avverso il PUA adottato con deliberazione di Giunta Comunale n.48 del 2 marzo 2023, avente pari oggetto, presentato dal Prof. Arch. Alberto Coppola pervenuto in data 18/04/2023, prot. 25947, allegato alla missiva; ritenuto che gli istanti, in qualità di consiglieri comunali, ai sensi del D.Lgs 18 Agosto 2000, n.267 “hanno diritto di ottenere dagli uffici tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato”, chiedono ai sensi e per gli effetti dell’art. 5, comma 2 e ss. del D.Lgs. n. 33/2013, come modificato dal D.Lgs. n. 97/2016, di avere copia a mezzo Pec della missiva inviata dalla Provincia e dell’esposto del Prof. Arch. Alberto Coppola, il cui contenuto I sottoscritti hanno appreso per le vie brevi”. Per l’ennesima volta i membri della minoranza affondano il coltello nella piaga del Puc. Lo strumento urbanistico è finito più volte nel mirino di Ferrante, Bortone, Alma e Verde. I componenti di Uniti per Cesa hanno chiamato in causa la Provincia di Caserta, ente deputato a fornire il parere obbligatorio sulla legittimità del Puc. I funzionari della Provincia, chiamati a pronunciarsi, hanno inondato di acqua gelata l’amministrazione comunale. In primis hanno ribadito in più occasioni che l’incartamento del Puc non è mai stato inviato presso l’ente provinciale. Di conseguenza hanno sottolineato che il “silenzio assenso” di cui si è avvalsa in assise la maggioranza di centrosinistra “non si è mai formato”. Non finisce qui. Ci sarebbe un’ulteriore e definitiva bocciatura. In un altro documento avrebbero assestato il colpo letale al Puc chiarendo punto per punto le irregolarità contenute nell’iter istruttorio del Piano urbanistico. Se viene meno il “silenzio assenso” crolla l’intera impalcatura del Puc. E la delibera di approvazione del consiglio comunale dovrà essere revocata in autotutela. In caso contrario lo strumento urbanistico sarebbe illegittimo. Corollario: i Pua non possono essere adottati. Sullo sfondo di una vicenda che riserverà sicuramente altre clamorose sorprese (non è escluso l’intervento della magistratura penale) c’è l’avvio del procedimento di decadenza a carico dei membri dell’opposizione. Sono trascorsi quasi tre mesi dall’invio della comunicazione agli interessati da parte del presidente dell’assise Mimmo Mangiacapra. Da allora il procedimento non è mai giunto a conclusione. Ferrante, Bortone, Alma e Verde restano nel limbo ma a quanto pare Guida e company sarebbero intenzionati a fare un passo indietro. Il provvedimento sarebbe stato contestato da una parte della maggioranza. Da qui la decisione di congelarlo. Scelta saggia qualora fosse confermata. Intanto tiene ancora banco il Puc. La madre di tutte le battaglie. Se lo strumento urbanistico fosse definitivamente stoppato per il centrosinistra sarebbe un disastro. Le promesse e gli impegni assunti da Guida e i suoi boys finirebbero al vento. E sarebbero dolori. Anche fisici.