«Sulla morte del giovane Vittorio chiedo in tempi brevi verità e giustizia per la famiglia di tutti i soggetti coinvolti sia della persona offesa che per gli indagati, ma soprattutto per il sistema carcere tutto». A chiederlo, in una nota, il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Campania Samuele Ciambriello in relazione alla morte del detenuto 36enne Vittorio Fruttaldo avvenuta lo scorso 10 maggio nella Casa Circondariale “Antonio Caputo” di Salerno, durante il recupero degli oggetti personali, a seguito del trasferimento del suo ex compagno. In relazione a questo evento tragico due agenti sono stati iscritti nel registro degli indagati però, secondo quanto rende ancora noto Ciambriello: «Purtroppo i familiari di Fruttaldo hanno informato il garante campano che il Pubblico Ministero ha depositato richiesta di archiviazione. La famiglia ha già presentato opposizione alla richiesta». Quanto avvenuto quel giorno, fa sapere il garante: «È ancora in fase di accertamento: il detenuto era ristretto nella sesta sezione in espiazione di un residuo di pena per reato di lesioni personali e rapina. La Procura a seguito dell’iscrizione della notizia di reato ha anche disposto un esame autoptico. All’epoca dei fatti il garante ha indicato al pubblico ministero i detenuti presenti in sezione, che durante il colloquio da loro richiesto, hanno riferito di
essere a conoscenza della dinamica del tragico episodio a seguito del quale il detenuto è deceduto», informa ancora la nota.