Approderà oggi in Consiglio dei ministri, nella riunione attesa nel pomeriggio prima del ‘rompete le righe’ estivo, il ‘decreto omnibus’ che comprende vari provvedimenti, dalle misure contro il calo voli al riordino del settore dei taxi. Previsto anche lo stop al tetto sugli stipendi nella Società per il Ponte sullo stretto, con una deroga – che ha fatto insorgere le opposizioni – alle norme del 2016 che fissano un limite di 240.000 euro agli compensi annuali. Riguardo ai voli, in particolare, nella bozza del provvedimento è stato inserito un articolo sulle pratiche commerciali scorrette relative ai prezzi praticati sulle tratte nazionali per le isole. Per i taxi è previsto invece un aumento fino al 20% delle licenze attualmente in circolazione, tramite nuovi bandi allestiti dai Comuni, accompagnato da fondi per l’incentivo alla conversione ecologica del parco delle ‘auto bianche’ e degli Ncc. L’aumento si impone “per fronteggiare uno straordinario incremento della domanda legato a grandi eventi o a flussi di presenze turistiche superiori alla media stagionale”. E proprio su questi temi i rappresentanti dei tassisti e dei ministeri delle Imprese e del Made in Italy e delle Infrastrutture e trasporti si vedranno oggi pomeriggio per un incontro a livello tecnico. La bozza del decreto prevede inoltre una proroga della cassa integrazione per gli ex dipendenti Alitalia fino al 31 ottobre 2024, al fine di accompagnare i processi di ricollocazione dei lavoratori dipendenti dell’ex compagnia di bandiera coinvolto nella procedura di amministrazione straordinaria. Infine, tra gli altri provvedimenti, per grandi programmi d’investimento esteri sul territorio italiano dal valore non inferiore a 1 miliardo di euro il governo può dichiarare il preminente interesse strategico nazionale e nominare un commissario straordinario per assicurare il coordinamento e l’azione amministrativa necessaria. Nel decreto al vaglio del Cdm ci sono poi alcune misure sulle intercettazioni: in particolare, un articolo estende ed elenca le fattispecie di reato per cui è possibile l’uso di strumenti investigativi – disciplinati dalla legislazione in materia di contrasto alla criminalità organizzata – quali le intercettazioni. Si tratta di reati gravi, tra cui quelli aggravati dal metodo mafioso, finalità di terrorismo, sequestro per estorsione e traffico di rifiuti. La norma arriva dopo il dibattito che si era aperto a seguito di una pronuncia della Cassazione dello scorso settembre relativa a delitti di criminalità organizzata: le toghe antimafia avevano espresso preoccupazioni su eventuali rischi per inchieste e procedimenti. Inoltre con il decreto si prevedono infrastrutture digitali interdistrettuali per conservare la memoria di intercettazioni: in ogni procura restano le sale d’ascolto, ma si fa in tal modo fronte alle eventuali criticità di riempimento della memoria dei server. Il decreto modifica poi l’articolo 423bis inasprendo le sanzioni per i ‘piromani’, ovvero per chi causa un incendio in “boschi, selve o foreste” o “su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui”. Se il rogo è di natura colposa la pena minima passa da uno a due anni di reclusione ma aumenta da un terzo alla metà quando il fatto è commesso “al fine di trarne profitto per sé o per altri”. Le misure che fanno più discutere sono però quelle per il Ponte sullo Stretto. La bozza prevede una deroga al tetto agli stipendi dei manager e anche per le assunzioni dei dipendenti, oltre a consentire che il cumulo tra pensione e compensi possa superare i 240mila euro. “Era e rimane una mangiatoia di Stato”, accusa il verde Angelo Bonelli dopo che tutti i partiti di opposizione si erano già schierati contro lo sforamento del tetto. Ma, si difende l’ad della società, si tratta di una misura che non si applicherà al consiglio di amministrazione (per il quale quando la Stretto di Messina spa è stata riportata in vita è stato previsto un compenso complessivo di 125mila euro). Servirà invece per “l’assunzione di dipendenti, ovvero ingegneri ed esperti con le massime competenze”, spiega Ciucci, ricordando che la società assumerà “100 risorse da Anas e Rfi”, senza aggravi per le casse pubbliche quindi, e “aziende per le quali il tetto non è previsto”. Si tratta del “più grande investimento degli ultimi decenni” per cui, l’argomentazione, “la società deve poter contare sulle migliori professionalità ingegneristiche e tecniche” che sul mercato possono guadagnare ben più di 240mila euro. Per il momento nessuno ministro, né Palazzo Chigi, si è espresso ufficialmente sulla misura che avrebbe però sollevato qualche perplessità non solo tra i parlamentari di opposizione. Se ci sarà una retromarcia si vedrà all’esito del Cdm mentre la maggioranza già ne ha annunciata un’altra, in questo caso su una misura approvata dalle Camere come modifica al decreto infrazioni. Si tratta di una restrizione della possibilità di ottenere rimborsi di spese e interessi in caso di estinzione anticipata dei prestiti. Una misura che era stata introdotta per tutti in epoca Covid e che l’emendamento di Lega e Fdi limitava. A distanza di nemmeno un mese il dietrofront: la norma, fa sapere Fratelli d’Italia, sarà “abrogata nel primo provvedimento utile”.

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